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Pol entra subito in argomento.
“È praticamente impossibile dire di no a HRC, anche se non è stata una decisione facile, né da parte di Honda né dalla mia. Ho pensato ai pro e ai contro, ma c'era un ritornello che mi suonava in testa e mi diceva: attento, domani, quando ti ritirerai, potresti aver detto di no a un'opportunità che pochissimi piloti hanno avuto. È una scommessa molto ambiziosa, ma penso che non ci fosse altra opzione e che dovevo affrontarla: sì o sì”.
Pol ammette che condividere moto e team con il cannibale Marquez fa paura.
“Abbiamo visto tutti quant'è forte e l’ho anche sperimentato personalmente. Sono stato tra i pochi in grado di impegnarlo, in Moto2 e 125. Sarà complicato, ma puoi anche pensare di essere il solo in griglia che ha accesso ai suoi dati. Sì, ci vuole rispetto per Marc, ma anche ambizione. E la massima sfida che un pilota può immaginare: battere il migliore. E io ci proverò, lavorando più duramente che posso”.
Il più giovane degli Espargaró riconosce che in questo momento Marc non è battibile da nessuno: i suoi compagni di squadra, con la stessa moto, non sono nemmeno riusciti ad avvicinarsi. Ora però avrà la possibilità di capire cosa rende Marc diverso dagli altri, e come guida. Una grande occasione. Ma perché la Honda ha scelto proprio lui?
“Con Lorenzo le cose sono andate piuttosto male, la Honda è una moto che ha bisogno di un pilota ambizioso, che dia assolutamente tutto, che sappia soffrire. Ultimamente io ho imparato molto, ho sofferto con la KTM, ma sono stato capace di andare avanti. Alla Honda piace l'ambizioso pilota da caccia e il mio stile di guida può adattarsi a questo tipo di moto. Lo vedremo comunque tra sei mesi”.
Marc dice che per andare forte con la Honda occorre essere disposti a cadere circa 25 volte a stagione. Pol argutamente dice di essere pronto a qualcosa del genere, afferma che già sta rischiando molto solo per raccogliere punti, quindi immagina che lo farebbe anche più volentieri per vincere una gara. E la rivalità con Márquez? Ci sono stati precedenti pesanti, come l’incidente in Moto2 al Montmelò…
“Il tempo - risponde un saggio Pol - cura tutto, abbiamo avuto momenti intensi per via dei duelli, e i media hanno creato qualche problema in più tra noi. Ma nel tempo abbiamo guarito le nostre ferite, ci siamo visti molte volte e parliamo come due compagni di scuola. Abbiamo un buon rapporto e non abbiamo conti in sospeso”.
Il neo pilota Honda 2021 afferma che il suo ruolo è quello di battere Marc. Honda Repsol non firma con un secondo pilota ma con un pilota che lotta per il titolo, Alberto Puig vuole un pilota che combatta, anche contro Marc. In questo momento è molto ambizioso pensarlo, certo, ma questa è la mentalità con cui lui deve andare in Honda. E l’esperienza di Jorge Lorenzo lo preoccupa solo fino a un certo punto.
“Sì, un po’ fa paura, perché Jorge è un grande pilota. E questo ti dice che la moto non è facile, che è molto speciale. Ma aggiungo una cosa: ho avuto l'opportunità di girare con Jorge quando guidava la Yamaha ed eravamo come il giorno e la notte. Mi conforta sapere che Lorenzo ha una guida molto diversa dalla mia. Penso che io riuscirò ad adattarmi alla Honda”.
Sui temi del 2020, Pol Espargaró si dichiara tranquillo: la vicenda Alex Marquez non lo riguarda minimamente, e nemmeno gli interessa, con la KTM darà il massimo fino alla fine della stagione.
“E’ un grande team e abbiamo attraversato periodi molto difficili. Quando i capi pensavano che la moto sarebbe finita tra le prime cinque - rivela - tutto il peso della delusione ricadde su di noi, su meccanici, ingegneri, elettronici, su di me. Tutti abbiamo sofferto molto per ottenere ciò che stiamo ottenendo, quindi sarà difficile per me dire addio. Non so come siano in Honda, ma difficilmente starò meglio di così, mi mancherà il calore umano. Io darò il mille per mille. Ho già parlato con loro nei test di Misano, e gliel'ho detto: meritano il mio massimo impegno, e non dare tutto sarebbe un'immensa mancanza di rispetto”.