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VALENCIA - Dopo il comunicato stampa ufficiale, ecco cosa ha detto Alberto Puig, team manager HRC, in una conferenza organizzata all’ultimo momento.
Quando avete deciso di firmare con Alex Márquez?
“Quando abbiamo saputo della decisione di Jorge Lorenzo di ritirarsi, abbiamo iniziato a pensare a quale fosse la decisione giusta e nelle ultime ore abbiamo fatto questa scelta”.
Non è rischioso mettere un debuttante sulla moto più “prestigiosa” e importante della MotoGP?
“Le corse sono così, un rischio… “.
Perché avete scelto Alex Márquez?
“La decisione è stata presa per i suoi risultati: lui è il campione del mondo della Moto2, e questo è stato il punto di partenza perché venisse preso in considerazione. In Honda stiamo cercando di trovare piloti per il futuro, e dopo la decisione di Lorenzo rimaneva un anno “vuoto”: abbiamo pensato di prendere questa opportunità. Lui è giovane, è il campione del mondo della Moto2: crediamo sia una buona possibilità per lui”.
Perché Alex e non Cal Crutchlow?
“Abbiamo deciso che lui era il pilota giusto. Forse non hai sentito quello che ho detto (dice Alberto la giornalista che gli ha posto la domanda, NDA): Alex è il campione del mondo della Moto2, pensiamo che sia una buona opportunità per entrambi. Se uno dimentica il suo cognome, credo sia normale dare al campione del mondo della Moto2 questa opportunità. Si discute solo perché si chiama Marquez, ma non è questo che interessa”.
Un anno di contratto: questo non gli metterà addosso troppa pressione?
“La durata del contratto non è un problema, ma lo è la difficoltà della categoria, della MotoGP, molto complicata. Io credo che tu hai pressione quando devi vincere un campionato, ma non è il caso di Alex; lui deve conoscere la categoria, imparare la moto, capire le gomme, migliorare il suo livello. E’ stato fatto un anno di contratto anche per metterlo alla pari degli altri piloti, il suo contratto scadrà alla fine del 2020. C’era questa opportunità e lui è stato coraggioso a farla sua”.
Come sarà la rivalità dentro al box?
“Credo che questa sia un qualcosa di nuovo e inusuale, non si è mai visto qualcosa del genere nelle corse. E’ una situazione particolare, ma è chiaro che se Alex non avesse vinto il titolo della Moto2, non avrebbe mai avuto questa opportunità. Ma lui ha conquistato il titolo. Sono fratelli, ma saranno rivali”.
Marc (Márquez) ha in qualche modo inciso nella decisione?
“No, nella maniera più assoluta. Naturalmente gli abbiamo chiesto se gli andava bene, e lui ha detto di sì. Ma la conversazione non è stata fatta con Marc, ma con Alex e con il suo manager (Emilio Alzamora, manager anche di Marc, NDA). Passiamo da un pilota eccezionale come Lorenzo, a uno molto più giovane: Jorge ha preso una decisione molto coraggiosa, che tutti abbiamo apprezzato e così si è liberato un posto alla HRC”.
Per un team manager, è più facile o più difficile avere due fratelli dentro al box?
“Per il mio carattere, per come sono fatto io, non cambia assolutamente nulla. Per me sono due piloti come gli altri, ben sapendo che ogni pilota deve essere trattato in un modo particolare: a volte devi mettere pressione, altre devi essere più “gentile”. Cercherò di gestire Alex come deve essere gestito: un team manager deve avere l’abilità di capire cosa serve a ciascun pilota”.
Credi che Marc possa essere in qualche modo distratto dai risultati Alex?
“Io credo che Marc non si faccia distrarre da nulla, lui vuole solo vincere”.
Che moto userà domani Alex nei test?
“La 2019, con il team LCR: era l’unica possibilità, dato che tutto è accaduto in questi giorni. (Sulla RC213V HRC salirà il collaudatore Stefan Bradl, NDA). Nel 2020 avrà la stessa squadra di quest’anno, quella di Lorenzo”.