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Giudicare il valore di una moto, soprattutto da fuori, è sempre stato piuttosto difficile. Figuriamoci in un anno come il 2020, dove tantissime variabili esterne hanno condizionato l'andamento di un Mondiale disputatosi miracolosamente, con un calendario anomalo e con gare compresse come non mai. Ma se questo discorso è valido in generale, se pensiamo alla Yamaha YZR-M1 la valutazione si fa ancora più ostica.
La Yamaha MotoGP è risultata la moto più vincente dell'anno. A inizio stagione con Fabio Quartararo, partito fortissimo ma poi involutosi e "perso" nel corso dell'anno, poi (un po' fortunosamente) con Maverick Vinales, infine con quel Franco Morbidelli che, pur relegato al poco invidiabile (sulla carta) status di unico pilota Yamaha non dotato di moto ufficiale, secondo molti esperti - come Kevin Schwantz - è il pilota più forte del momento.
Tutti e quattro i piloti, compreso Valentino Rossi, si sono però lamentati degli stessi problemi. Della mancanza di trazione in uscita di curva, e di una carenza di velocità massima. Problemi in parte collegati (se esci dalla curva più piano degli altri hai voglia a recuperare in rettilineo...) ma comunque, stando ai piloti, da risolvere intervenendo sia sul motore che sulla ciclistica. Ma con lo sviluppo dei propulsori bloccati, è evidente come quest'anno, e per tutto il 2021, l'unica possibilità a disposizione di Yamaha è l'intervento su telaio e geometrie varie.
A fronte di queste lamentele, la Yamaha sulla carta è comunque andata forte: sette vittorie non si ottengono con una moto non competitiva. Il problema è che di tutti e quattro i piloti, solo Morbidelli - al netto delle sfortune iniziali e di qualche errore - è apparso costantemente vicino alle zone alte della classifica, mentre gli altri sono precipitati spesso e volentieri nei bassifondi. E Morbidelli, come detto all'inizio, è l'unico ad avere una moto diversa dagli altri tre.
Ma ha anche Ramon Forcada dalla sua parte del box, il capotecnico che molti indicano come uno dei fattori chiave nelle vittorie di Jorge Lorenzo. Quello che al team SRT-Petronas non è sembrato vero di potersi mettere in casa quando è stato ripudiato da Maverick Vinales. Un tecnico di grandissima esperienza, capace di capire e seguire un pilota nella sua crescita: i risultati sono davanti agli occhi di tutti. E proprio da lui viene una chiave di lettura delle prestazioni di Franco, che dopo un 2019 in sofferenza rispetto al compagno di squadra, nel 2020 si è riscattato con gli interessi.
"La differenza l'ha fatta la mentalità del pilota, perché fra quest'anno e quello scorso non abbiamo effettuato grandi modifiche alla moto" ha spiegato Forcada in un'intervista a Radio Ocotillo, il podcast di Dennis Noyes. "La differenza fra Quartararo e Morbideli l'anno scorso è stata in gran parte dovuta alla necessità di Franky di adattarsi alla Yamaha dopo un anno di Honda; paradossalmente, la mancanza di esperienza di Fabio ha giocato in suo favore permettendogli di chiudere l'anno di debutto in maniera incredibile."
Forcada poi entra nel merito tecnico, rimandando al mittente le accuse alla Yamaha. "Sono cose che succedono con tutte le moto, capita a tutti prima o poi di trovarsi in crisi di grip soprattutto quando la pista ne offre poco. A quel punto deve entrare in gioco il pilota, perchè l'elettronica da sola in questo caso non è in grado di risolvere il problema gestendo le variazioni di grip. È il pilota che deve compensare, a gestire con il polso destro - pratica a cui ormai i piloti hanno perso l'abitudine. Chiaramente bisogna sistemare l'assetto di conseguenza, adattando la moto al pilota. Ma è lui che deve fare la differenza."