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Dodici mesi fa a Brno festeggiammo la doppietta Ducati (leggi tutti gli articoli), Dovizioso in volata su Lorenzo e poi Marquez terzo a 37 centesimi. Andrea partiva dalla pole e otteneva una bella riscossa dopo un periodo difficile, Jorge regolava l’hondista con una furibonda ultima staccata, gli ultimi tre giri furono un grande show. Con venti gradi meno delle prove, e la minaccia pioggia, c’era il timore di chissà che, ma in realtà venne fuori una gara asciutta dominata per la prima volta dalle Ducati. Con Rossi quarto a quasi 3” e tanti italiani protagonisti anche nelle altre classi.
Ma restando nella top class, va ricordato che le edizioni 2017 e 2016 sono state addirittura rocambolesche. Due anni fa trionfò Marquez, il primo a sostituire le rains con le slick fin dal secondo giro (smise di piovere subito dopo il via): Pedrosa si prese ben 12 secondi, il terzo classificato Vinales pagò 18”, poi Rossi 20” con Dovizioso e Petrucci sesto e settimo; Rossi e il Dovi rientrarono fra gli ultimi e si esibirono in una gran rimonta. L’anno prima il GP della Repubblica Ceca fu pazzesco per il meteo, il bagnato e le gomme Michelin difficili da scegliere. Crutchlow ottenne la sua prima vittoria, Rossi fu secondo a Marquez terzo davanti a cinque Ducati: Baz, Barbera, Laverty, Petrux e Iannone. Out Dovizioso con la gomma anteriore sgonfia.
Nel 2015 Valentino, terzo al traguardo, perse qui provvisoriamente la leadership del campionato: a pari punti con Lorenzo, ma con una vittoria in meno. Le due Ducati furono solo quarta (Iannone) e sesta (Dovi). Invece cinque anni fa, 2014, Pedrosa interruppe qui a Brno la serie di vittorie consecutive del compagno di squadra: Marquez, solo quarto, si fermò a dieci. Le due Ducati finirono indietro, quinta e sesta con i due Andrea, e alla vigilia della corsa Colin Edwards annunciò il suo ritiro.
In Moto2 nessun pilota italiano ha vinto a Brno negli ultimi cinque anni, anche se tanti ci sono andati molto vicino: per cominciare Luca Marini, pole position e poi secondo dietro a Oliveira l’anno scorso. Pecco Bagnaia, che era in testa al mondiale, dodici mesi fa fu terzo con una moto stranamente lenta e una gomma anteriore in crisi, precedendo di pochissimo Baldassarri. L’anno prima erano Pasini e Morbidelli davanti a tutti, ma la gara fu interrotta per un incidente; la corsa vera, disputata su sei giri soltanto, fu vinta da Luthi mentre Mattia Pasini cadde quand’era terzo. I vincitori delle edizioni precedenti sono stati Folger nel 2016 sul bagnato, Zarco l’anno prima, Rabat (già alla quinta vittoria della sua stagione titolata) nel 2014.
Infine la Moto3, che ha visto nel 2018 il primo vero successo iridato di Fabio Di Giannantonio dopo una gran battaglia con Canet e Kornfeil. Sesto si piazzò Bezzecchi, nuovo leader in classifica, a 9 decimi da Diggia. A Brno gli arrivi della minima cilindrata sono stati spesso accesi: clamoroso fu l’epilogo del GP nel 2014 con sedici piloti nello spazio di due secondi. Il tredicesimo, Antonelli, chiuse a 1” dal vincitore Masbou. Fu una gara spettacolo e il migliore dei nostri, Bastianini su KTM, fu secondo. Enea replicò lo stesso risultato l’anno dopo, nel 2015, questa volta dietro al vincitore Antonelli in una gara accorciata a soli dodici girti per incidente e relativa interruzione. A Brno ha vinto anche la Peugeot: quella di Mc Phee nel 2016 con Diggia sul terzo gradino del podio e poi Bastianini ed Antonelli alle sue spalle.