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ALCANIZ – I temi della vigilia sono sempre gli stessi: gomme, punti da recuperare, competitività di questa o quella moto.
«Fino adesso, la seconda parte della stagione è stata abbastanza positiva, anche se non ho ancora vinto. Dopo gli errori di Assen e Sachsenring ho recuperato qualche punto, ma il vantaggio di Marquez rimane grande: bisogna continuare così, cercare di salire sempre sul podio, anche se qui sarà un po’ più difficile, non è uno dei circuiti migliori per me, anche se negli ultimi due anni sono andato forte. Sarà una bella sfida con i piloti spagnoli: qui Marquez, Lorenzo e Pedrosa vanno davvero forte».
Mancano 5 GP, dove ti senti più forte?
«Quest’anno è difficile dire a priori dove puoi vincere o dove farai fatica. Negli ultimi otto GP ci sono stati otto vincitori differenti, dopo che per anni avevano trionfato sempre gli stessi: è un campionato più difficile, con un grande equilibrio di moto e piloti. Anche per questo è importante arrivare sempre sul podio. Come detto, questo non è il tracciato a me più favorevole, dove la Honda è sempre stata più competitiva della Yamaha, anche se negli ultimi due anni ha vinto Lorenzo. Insomma, è davvero difficile fare un pronostico».
Fino a quando si potrà considerare aperto il campionato?
«Ovviamente finché lo dice la matematica: visto come sta andando il campionato, bisognerà continuare a crederci anche quando a Marquez mancherà un solo punto per conquistare il titolo… L’aspetto positivo è che nelle ultime quattro gare sono stato veloce, anche se, purtroppo, non è bastato per vincere. Ho rivisto il GP di Misano: secondo me, Pedrosa ha disputato una delle più belle gare della sua carriera in MotoGP, forse addirittura la più bella. Ci ha fregato tutti, uno per uno: è stato davvero bravo».
Credi a Marquez quando dice che conta solo il campionato, che non proverà a vincere a tutti i costi?
«Sì, ci credo, quest’anno sta correndo così».
Ti ricordi un altro campionato dove eri andato così forte, raccogliendo così poco, tra virgolette, naturalmente?
«Forse il primo anno in 500, ma non ero così veloce. Diciamo che è paragonabile alla prima stagione in 250 (1998, NDA): andavo forte, ma sbagliavo. Si può dire che è come se fossi all’esordio in MotoGP. Come ho già spiegato, è pesato il finale della scorsa stagione, ho faticato a recuperare energia, e pesa la rottura del motore al Mugello».