VALENCIA – E’ stata una scelta sofferta, ponderata, ma alla fine Valentino Rossi ha deciso: “Quello di domenica sarà l’ultimo GP con Jeremy Burgess al mio fianco, dall’anno prossimo avrò un altro capo tecnico”.
Era nell’aria, da un bel po’: troppo marcata la differenza di prestazioni tra la sua M1 e quella di Jorge Lorenzo, sempre perfetta sotto l’attenta guida tecnica di Ramon Forcada. Non è quasi mai stato così dalla parte di Rossi e così Valentino ha fatto quello che molti si aspettavano.
“La prossima stagione, in particolare la prima metà, sarà per me fondamentale: non posso più permettermi di sbagliare. Così ho deciso che avevo bisogno di nuove motivazioni, di una spinta ulteriore per provare a migliorare il mio livello. Negli ultimi tempi, a casa, ho pensato a lungo a cosa fare e alla fine sono arrivato a questa decisione, molto dolorosa perché Burgess è uno di famiglia”.
TROPPO TARDI?
Da parecchi mesi si parlava di questa eventualità: in molti auspicavano che questo divorzio avvenisse prima. “Già qualche mese fa la Yamaha mi aveva chiesto cosa volevo fare per il 2014, ma ho voluto prendere un po’ di tempo, proprio per il rapporto che ho con Jeremy” sottolinea Valentino, confermando, indirettamente, che
all’interno della Casa giapponese non erano troppo soddisfatti dell’operato del tecnico australiano. Normale, a questo punto, chiedersi se sia stato giusto portarlo due anni fa in Ducati e se sia stato corretto riportarlo in Yamaha: Rossi non ha dubbi su entrambe le scelte. “I
due anni in Ducati vanno semplicemente cancellati: con o senza Jeremy non sarebbe cambiato nulla. Per quanto riguarda il 2013, è vero che tanti non erano convinti, ma dopo due anni così disastrosi non potevo certo lasciare a casa Burgess: umanamente sarebbe stato troppo brutto”.
COSA HA SBAGLIATO BURGESS?
E’ opinione comune che
Burgess abbia pagato per la sua scarsa abilità elettronica, fondamentale nell’ultima era della MotoGP: lo sostengono molti tecnici, anche all’interno della Yamaha. Valentino, però, preferisce non entrare troppo nel dettaglio. “Ho deciso così solo perché mi servono nuovi stimoli: ci dobbiamo provare in tutti i modi, perché la prossima stagione sarà fondamentale per il proseguo o meno della mia carriera: adesso o mai più. Ho sempre fatto così nella mia carriera,
ci dovevo provare, anche perché lui comunque avrebbe smesso alla fine del 2014, mentre io vorrei andare avanti. Oggi io e Jeremy ci siamo incontrati in uno stanzino, ci siamo guardati negli occhi: lui era dispiaciuto, ma ha capito, ci siamo abbracciati. E’ stata una mia decisione”.
CHI SARA’ AL SUO FIANCO?
Già lunedì, nei test 2014, non ci sarà più Burgess (tutti gli altri sì), ma Rossi non scioglie i dubbi su chi sarà il sostituto. “Abbiamo qualche idea, ma non abbiamo ancora deciso: lunedì, probabilmente, ci saranno Flamigni e Atzumi, come è successo nei test di agosto a Brno quando Burgess non poteva venire in Rep. Ceca”.
Viene naturale pensare che sarà un uomo interno Yamaha a prendere il posto di Burgess.