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Non arrivava nei primi tre dal luglio 2018: questo è il dato negativo. Quello positivo è che Valentino Rossi, secondo al traguardo, per il 24° anno consecutivo sale sul podio nel motomondiale. Scegliete voi quale dato vi stupisce di più: la certezza è che Rossi ha disputato una gran gara.
«Sono contentissimo, è un risultato importantissimo per me e per la Yamaha. Era dal GP di Germania che non salivo sul podio; ci sarei potuto riuscire nelle ultime due gare del 2018, ma ero caduto due volte. Questo è un podio importantissimo, abbiamo lavorato bene in tutto il fine settimana. Dentro al box ci sono tanti tecnici nuovi, giapponesi e italiani: dedico a loro questo risultato, arrivato al termine di una bella sfida con Dovizioso».
Come è stata la sfida con il Dovi?
«Ho cercato di non sbagliare nemmeno un centimetro, perché Dovi è il re degli incroci: se sbaglia di 5 centimetri, lui ti ripassa. Ho fatto una bella staccata, ho chiuso la porta, sono riuscito a tenere la traiettoria giusta e sono arrivato al traguardo».
Márquez (al quale Rossi, a fine gara, prima di salire sul podio stringe la mano e fa i complimenti: bellissima scena), però, ha fatto un’altra gara?
«Perché, ha vinto lui, non io? Io non l’ho nemmeno visto… Bisogna lavorare forte».
Qual è stata la differenza con la Ducati?
«La differenza negli ultimi giri è stata forse per le gomme: lui aveva la soffice, io la media. Noi abbiamo lavorato con quella per tutto il fine settimana: la mia è stata costante fino al traguardo, mentre lui ha fatto più fatica alla fine. E’ stata una bella battaglia».
All’inizio eravate un bel gruppo...
«Sì, è stato bello fare la differenza piano piano. Vedevo sulla lavagna quel “maledetto” numero 5, che significava che c’erano 5 piloti dietro di me… Tra cui c’era anche Morbidelli, con il quale ho fatto una bella sfida: è stato bravo, anche se alla fine ha sbagliato».
Poi cosa è successo?
«E’ accaduto che poco alla volta io e Dovizioso siamo riusciti ad allungare, sulla lavagna ho visto 4, poi 3, poi ce la siamo giocata io e lui».
Ma la differenza l’ha fatta la gomma posteriore?
«Non lo so, non si può fare questo discorso, perché ogni pilota ha la sua gomma giusta. Non è detto che la mia media sarebbe andata bene sulla Ducati».
E così da 24 anni sali sul podio, almeno in un GP...
«Ieri su Instagram ho visto un video della mia prima gara nel motomondiale: le immagini erano in bianco e nero…».
A che livello metti la Yamaha?
«Credo che dipenda da pista a pista, da quanto è in forma il pilota, come lavora la squadra. E’ una sfida difficile, c’è tanto da fare, ma stiamo lavorando bene».