MotoGP. Rossi: "Ottimista per forza, non c'è alternativa"

MotoGP. Rossi: "Ottimista per forza, non c'è alternativa"
Valentino aspetta questa gara con ansia: “Speriamo che il circuito dove in passato siamo sempre stati competitivi ci dia una mano”. Allo stesso tempo, però, non nasconde i problemi: “Ci sono, sappiamo quali sono, ma ci vuole tempo per risolverli. Ma ho fiducia in Yamaha: non posso fare altro”
17 maggio 2018

LE MANS – Per la prima volta vicini in conferenza stampa, Valentino Rossi e Marc Marquez si ignorano. Come è normale che sia. I due, però, sono distantissimi anche negli obiettivi: mentre Marquez pensa solo a vincere («Qui non ho mai ottenuto granché, l’anno scorso eravamo in difficoltà, ma nel 2018 la Honda è migliorata tanto in accelerazione, dovremmo essere più competitivi»), Rossi può solo sperare che qui la situazione sia meno critica rispetto a Jerez.
 

«Arriviamo qui in un momento difficile: non siamo velocissimi e anche al Mugello non abbiamo provato niente di particolare, lavorando solo sul bilanciamento della moto in preparazione del GP d’Italia. Il nostro livello, quindi, è sempre quello: cambia però la pista e qui in passato siamo sempre stati competitivi. Dobbiamo però capire qual è il nostro livello rispetto agli avversari: su qusta pista non ho vinto tanto come in altri circuiti, ma ho fatto spesso belle gare. Il circuito mi piace, ha frenate e cambi di direzione: qui storicamente la Yamaha è competitiva e conquistati due podi anche con la Ducati».


Quanto tempo ci vorrà perché la Yamaha torni competitiva?

«Ci vorrà un po’ di tempo per avere delle novità: probabilmente ci sarà ancora da soffrire, sperando di essere meno in difficoltà sulle piste a noi più favorevoli in passato. Credo che qui andremo meglio, ma c’è tanto equilibrio: riuscire a stare nei cinque, vuol dire poter lottare anche per il primo posto…».


Se qualche mese fa avessi saputo di questa situazione, avresti firmato per altri due anni?

«E’ da un po’ che rincorriamo, perché Honda, Ducati sono cresciute dall’anno scorso e Suzuki lo ha fatto nel 2018. Speravo che noi fossimo più competitivi, invece i problemi sono tanti. Ma non avrebbe cambiato niente: avevo voglia di continuare, indipendentemente dalla competitività della Yamaha».


Ci sono problemi anche per il secondo team Yamaha: non è che potresti entrare tu con la VR46?

«Ci piacerebbe molto, ma non siamo pronti, perlomeno per i prossimi due anni: non c’è il tempo per organizzare il team in MotoGP. E poi, finché corro io, non ci sarà la VR46 in MotoGP».


Le gomme sembrano più costanti rispetto al 2017; sei d’accordo? E se sì, perché la Yamaha fa più fatica a sfruttarle?

«Sì, la Michelin ha fatto un buon lavoro, ma gli altri, purtroppo, riescono a farle lavorare meglio fino alla fine. Dobbiamo fare dei passi in avanti».


Ma da 1 a 10 quanto sei ottimista?

«Non molto: il materiale che abbiamo è quello, sappiamo i nostri limiti».


Ottimista, nel senso che la Yamaha possa risolvere i problemi in futuro, non nell’immediato.

«Per il futuro sono ottimista 10: ma non è una scelta, deve per forza essere così».

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