MotoGP. Rossi: "Resto perché sono veloce"

MotoGP. Rossi: "Resto perché sono veloce"
Valentino apre la stagione MotoGP con l'annuncio che rimarrà in sella fino al 2020. “Voglio smettere quando non avrò più voglia"
15 marzo 2018

L'ufficializzazione del rinnovo di contratto con Yamaha per altri due anni ha monopolizzato la conferenza stampa d'apertura del GP del Qatar. Valentino è sembrato tranquillo e sicurissimo della sua scelta. D'altra parte non era una novità, ma la firma mette tutti più tranquilli. 

 

Era un peso il rinnovo del contratto?

«Sinceramente non era un grande peso. Non avevo così fretta e dopo aver parlato con Yamaha a Novembre mi avevano detto di fare quello che volevo. E’ però anche bello farlo alla prima gare perché è un momento importante. Due anni fa quando l’ho firmato ho pensato: questo forse è ultimo però mi sono sentito subito molto triste. Non ero pronto per smettere. Ma non è per quello che ho deciso di continuare, l’ho fatto perché penso di essere competitivo e di poter essere veloce. So che è una bella sfida perché correrò fino a 41 anni e sarà tosta, soprattutto fisicamente. Bisognerà lavorare duro, però mi dà gusto farlo. Allenarmi con i pilotini giovani mi dà carica e non mi pesa. Sono contento di aver firmato e mi piacerebbe fare tante altre belle gare. Un’altra stagione inizia e c’è l’eccitazione del primo giorno di scuola».

 

Hai avuto qualche dubbio?

«Il dubbio è stato quello di affrontare 3 stagioni. Ho cercato di aspettare l’inverno che è il momento più noioso ma anche quello in cui ti devi allenare tanto e fare tutti i test. Ho detto: "se a marzo hai voglia vuol dire che devi continuare". E così ho fatto».

 

Ci spieghi la teoria secondo cui chi smette all’apice alla fine se ne pente?

«Chiudere da campione del mondo o all’apice della carriera è una cosa molto affascinante per uno sportivo. Mi vengono in mente Troy Bayliss, Schumacher e Biaggi che sono tornati a correre. Fanno altre cose... comunque correndo. La cosa che mi piace fare di più nel motorsport è la MotoGP e quindi finché sarò competitivo continuerò. Voglio finire quando non ho più voglia, così per il resto della vita non avrò nessun rimpianto».

 

Hai sempre il decimo titolo. Se lo raggiungi quest’anno?

«Sarebbe un bel problema. Mi piacerebbe da matti, ma non mi cambierebbe, continuerei lo stesso».

 

C’è stato un momento che hai detto mollo tutto?

«I due anni della Ducati sono stati i più difficili e anche il momento dell’incidente di Simoncelli. Ho pensato che in quel momento non fosse la risposta giusta da dare e penso di aver avuto ragione».

 

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