MotoGP Sachsenring 2015. Rossi: “Non bisogna sottovalutare Marquez”

MotoGP Sachsenring 2015. Rossi: “Non bisogna sottovalutare Marquez”
Valentino soddisfatto del terzo posto “il massimo risultato possibile” e contento della prima parte del campionato. “Nove podi e tre vittorie: il bilancio è positivo”. Ma avverte: “Attenzione a Marc e alla Honda, possono recuperare tanti punti”
12 luglio 2015


SACHS – Terzo dopo aver assaporato il secondo posto («ci avevo fatto la bocca»), altri tre punti guadagnati sul compagno di squadra, nove persi su Marc Marquez: non mancano gli aspetti negativi, ma quelli positivi sono sicuramente superiori. Il nono podio stagionale, 13esimo consecutivo, 17esimo nelle ultime 18 gare disputate dice quindi che Valentino Rossi può essere più che soddisfatto della prima metà del 2015. Infatti lo è.


«Ancora una volta la squadra ha fatto un grande lavoro, decidendo di azzardare un assetto dopo il warm up che mi permettesse di essere più efficace in frenata, in particolare alla curva 12, quella dopo la discesa. Ero a posto con la moto, ma su questa pista la Honda, rispetto alla Yamaha, fa lavorare meglio la gomma posteriore e si è visto come Pedrosa riuscisse a girare più stretto di me. Quando mi ha passato gli sono rimasto attaccato al codino con i denti e questo è stato un momento chiave, perché ho potuto prendere margine su Lorenzo».


A quel punto hai pensato più ad attaccare Pedrosa o a difenderti da un eventuale ritorno di Lorenzo?

«Di fatto è stato lo stesso pensiero, perché avere come obiettivo Dani davanti a me è stato funzionale per staccare Lorenzo, mi ha consentito di prendere un po’ di margine. Ho fatto di tutto per rimanergli attaccato e ho anche sperato di poterlo passare, perché in fondo alla discesa ero più forte di lui. Ci avrei provato, ma non me l’ha permesso: è stato furbo, si è tenuto un po’ di margine e proprio mentre io pensavo al sorpasso lui ha fatto un 1’21”7 che non mi aspettavo e non sono più riuscito a stargli in scia. Pedrosa ha guidato veramente bene, standogli dietro ho imparato qualcosa. Fin da venerdì avevamo capito che non eravamo a livello della Honda, ma abbiamo lavorato bene e dopo il warm up abbiamo preso la giusta decisione, ottenendo il massimo risultato possibile».


Hai allungato su Lorenzo, ma hai perso su Marquez: Marc è ancora in lotta per il campionato nonostante i 65 punti di svantaggio?

«Non bisogna assolutamente sottovalutare Marquez, ma sono grande e vaccinato, non sono così stupido da pensare che sia tagliato fuori: da qui a fine campionato ha la possibilità di recuperare tanti punti. Ma la Yamaha è più competitiva del 2015 e nella seconda parte della stagione ci sono piste più congeniali alla M1. Per quanto riguarda Lorenzo, è stato importante arrivargli davanti, anche se ho guadagnato solo 3 punti. Ma dopo le sue quattro vittorie consecutive - quattro gare perfette da 10+ -, era importante tornargli davanti, fargli capire che anche per lui non è facile recuperare punti. Credo che la svolta sia stata la gara di Barcellona, perché anche se lui ha vinto io gli sono arrivato vicino, gli ho messo un po’ di paura».


A chi sono più favorevoli le piste da qui alla fine del campionato?

«Dopo la pausa ci sono tre circuiti (Indy, Brno e Silverstone, NDA) dove Marquez, ma anche Lorenzo, va molto forte. Misano mi piace, Aragon non so chi favorisce, poi le altre mi si addicono tutte. Ma è difficile fare a priori certe considerazioni, anche perché tanti piccoli dettagli possono fare una grande differenza: nel 2014 ero stato veloce in quelle nove piste, ma quest’anno la M1 è più competitiva, si può vincere ancora».


Facciamo un bilancio della prima metà di campionato.

«E’ molto positivo, sono contento. La M1 è competitiva, ho guidato bene e solo in due gare, a Jerez e al Mugello potevamo fare di più, ci siamo un po’ incasinati tecnicamente. Ho conquistato nove podi, comprese tre vittorie: nella seconda parte della stagione bisogna fare uguale».


Quale è stato il momento più bello delle prime nove gare?

«La vittoria in Qatar, ottenuta con un grande ultimo giro. E trionfare nella prima gara è sempre importante».


E adesso che fai?

«Vado in vacanza. La prima parte della stagione è stata dura, per almeno dieci giorni non voglio sentire parlare di moto».

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