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Appuntamento fisso dal 2007 (Stoner vincitore), si torna a Misano Adriatico sul circuito oggi dedicato a Marco Simoncelli con la consapevolezza che sarà battaglia: Dovi ha vinto l’anno scorso, Marquez due anni fa. Nel 2018 la MotoGP fu una festa Ducati fin dalla FP1, poi la pole di Lorenzo (su Miller) e la vittoria di Andrea; partito in quarta casella, il Dovi andò al comando al sesto giro consapevole di avere una moto perfetta. Accelerazione e stabilità della Desmosedici permisero a Lorenzo di superare Marc dentro il curvone! Certamente il settaggio Honda non era perfetto, la 93 era più che mai ballerina, ma alla fine il campione del mondo fu secondo davanti a Crutchlow, perché Jorge cadde quando era davanti a loro (poi riprese la moto, chiuse diciassettesimo a due giri). Quarto Rins su Suzuki mentre la Yamaha, efficace in prova con Viñales, in gara andò in crisi: solo quinto fu Maverick, a 16 secondi, e settimo Valentino.
Lorenzo era incredibilmente caduto anche nel 2017, quando era al comando della corsa al primo anno con la Ducati. Edizione bagnata solo la domenica. Strepitoso fu Márquez: a terra nel warm up (era la sua ventesima caduta della stagione), in gara riuscì a riprendere un ottimo Petrucci, mentre il Dovi chiuse terzo a quasi dodici secondi. Andrea era in testa al campionato e Marc qui lo raggiunse nel punteggio e nel numero delle vittorie: quattro a quattro dopo la tredicesima gara. Valentino, lo ricorderete, disertò il GP di San Marino per i postumi del famoso incidente con la moto da enduro.
Nel 2016 Ducati era in crisi (in una delle sue piste test!) e in più Iannone non corse fermato dai medici, Márquez cadde sempre nel warm up, Rossi andò in fuga e si illuse; ma Pedrosa, con un setting perfetto, dall’ottavo posto rimontò fino al primo e vinse con quasi tre secondi di margine sul Dottore e quattro sull’altro pilota Yamaha, Lorenzo. Quarto Márquez, davanti a Viñales e Dovi. Pedrosa fu l’ottavo vincitore diverso nelle otto gare precedenti, Jorge se la prese con Valentino per il sorpasso al secondo giro, a suo giudizio troppo duro.
Rocambolesca fu l’edizione 2015 (manco a dirlo…), con ben due cambi moto e il capolavoro di Márquez: partenza con l’asciutto, poi piove, e al 6°/7° giro primo cambio per tutti, tranne Smith che resta in pista con le slick. Lorenzo è al comando quando, colpo di scena, smette di piovere: mentre la pista va asciugandosi, il primo a rientrare è Marc, Dovizioso e Rossi tardano troppo, Jorge con la Yamaha cade ancora. Disastro Ducati (settimo e ottavo posto con Iannone e Dovi), quinto Rossi che va a +23 punti su Lorenzo, primo podio in MotoGP per l’audace Smith e terzo Redding. Valentino aveva vinto a Misano cinque anni fa (terzo successo per lui nel San Marino) davanti al compagno di marca Lorenzo (anche per lui tre vittorie qui) e a Pedrosa, poi Dovi e Iannone ai piedi del podio. Márquez, che era in lotta con Valentino al comando della corsa, cadde, riprese la gara, chiuse quindicesimo.
Passando alle altre categorie, l’anno scorso il successo di Dovizioso era stato preceduto da quelli di Bagnaia in Moto2 e Dalla Porta in Moto3. Grande Italia. Pecco, alla sesta vittoria stagionale, andò in testa al primo giro e staccò nettamente Oliveira e Schrotter mentre Pasini, a lungo secondo, chiuse al quarto posto. Per Dalla Porta fu invece il primo centro in carriera: una gran volata davanti a Martin, Diggia (terzo a 12 centesimi) e Rodrigo. Bezzecchi cadde e perse la leadership del campionato a favore di Martin. La minima cilindrata va alle cronache per il gestaccio di Fenati, quella pinzata intimidatoria alla leva del freno sulla moto di Manzi: per Schwantz andava radiato a vita, i nostri lettori si divisero, a distanza di dodici mesi l’ascolano si è riscattato.
In Moto2 chi vince a Misano diventa spesso campione del mondo. Vedi Bagnaia. Andò così anche nel 2014 per Rabat e nel 2015 per Zarco, in una gara nera per Rins, che dopo una collisione con Aegerter fu fermato d’autorità. Nel 2016 fu Baldassarri a trionfare con una gara maiuscola, mentre il futuro campione del mondo Zarco chiuse quarto dietro a Rins e Nakagami, e Morbidelli finì al quinto posto. Già, Morbidelli che a Misano cadde invece due anni fa nella stagione del suo titolo mondiale, lasciando la vittoria al diretto rivale Luthi. Quella fu una gara bagnata, con solo 15 piloti classificati, Bagnaia quarto all’arrivo ma per i “libri” sul terzo gradino del podio perché Aegerter, vincitore sul campo, due mesi dopo venne squalificato a tavolino per olio non conforme.
In Moto3, detto di Dalla Porta l’anno scorso, altri due piloti italiani hanno centrato il successo nel GP di San Marino dell’ultimo cinquennio: Fenati nel 2017 (su Mir e Diggia), e Bastianini nel 2015 con la sua prima vittoria in carriera: quella fu una gara epica, con cinque piloti in sei decimi, Antonelli e Fenati terzo e quarto. Nel 2016 solo il campione del mondo Binder era riuscito a precedere lo stesso Bastianini (con Bulega quarto e il giro più veloce di Locatelli). Infine, nel 2014 successo al fotofinish di Rins davanti ad Alex Márquez (che avrebbe vinto il titolo) e Miller. Quinto il solito Bastianini, sempre brillante a Misano, e ottavo Migno che, alla quarta gara della sua vita già conquistava i primi punti mondiali.