MotoGP. Shuhei Nakamoto: "Il nostro segreto è la trasmissione"

MotoGP. Shuhei Nakamoto: "Il nostro segreto è la trasmissione"
Il vice-presidente della Honda Racing commenta lo stato di grazia del team giapponese. Nakamoto è soddisfatto ma chiude con prudenza: "Per vincere il mondiale, dobbiamo fare ancora di più" | G. Zamagni, Sepang
24 febbraio 2011

Punti chiave

 

SEPANG – Sono le 14 locali, quattro ore prima della fine dei test, quando Shuhei Nakamoto accetta di fare un bilancio: del resto, da qui fino alla fine della tre giorni malese non potrà cambiare granché e, soprattutto, non può variare il giudizio sulla Honda: fantastica!

«Sono contento, naturalmente – afferma il vice-presidente della HRC, stando ben attento a trattenere l’euforia -, ma anche la Yamaha è una buona moto: dobbiamo ancora progredire».


Ma si può dire che, in questo momento, la RC212V è la miglior MotoGP?

«Sicuramente la nostra moto è progredita rispetto al 2010, ma non so se sia sufficiente per dire che è la migliore. In questi test, i nostri piloti hanno fatto tante prove ed è stato fatto un grande passo in avanti».


Quanto sarebbe importante per la Honda vincere il campionato 2011?
«Tanto, ma come lo è ogni anno. Ma siamo solo al secondo test, le gare sono diverse. Noi ci stiamo impegnando al massimo, cercheremo di accontentare le richieste dei nostri piloti».


In Italia qualcuno ha ipotizzato che uno dei vostri segreti sia una doppia frizione: è vero?
«No, perché la doppia frizione è vietata dal regolamento! E’ vero, però, che abbiamo introdotto una novità alla trasmissione ed è uno dei punti forti della RC212V: la stanno usando tutti e quatto i piloti ufficiali. E’ un sistema che permette cambiate più veloci: lo stiamo sviluppando da tre anni».


Prima ha detto che la moto può ancora essere migliorata: può dire in quale settore?
«In questi test, grazie a nuove mappature elettroniche, abbiamo fatto un buon passo in avanti nella stabilità in frenata, ma non siamo ancora a punto al 100%. E lavoreremo ancora sulla trasmissione».


Stoner sta “spingendo” gli altri piloti Honda?
«In un certo senso sì, ma si può allargare il discorso: ogni pilota stimola l’altro. Sono molto contento di avere tre piloti ufficiali: si sta rivelando un’ottima scelta».


Prima ha detto che la Yamaha va forte; qual è il giudizio sulla coppia Rossi-Ducati?
«Non so cosa stiano facendo gli altri team o quali siano le condizioni fisiche dei piloti. Quindi preferisco non dare giudizi, ma confermo che ieri Spies è stato veramente veloce».


Sei giorni di test a Sepang e per sei volte davanti a tutti c’era un pilota Honda: non male…
«Sì, i test sono andati bene, non possiamo nasconderlo. E l’aspetto positivo è che non va forte un solo pilota, ma tutti e quattro i nostri ufficiali sono rapidi: significa che i piloti sono bravi, ma anche che la moto è competitiva. Ma per vincere il mondiale, dobbiamo fare ancora di più».


La Honda è agguerrita: gli avversari sono avvertiti.

 

 

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