SILVERSTONE – Ecco Silverstone, ultimo GP del trittico USA-Rep.Ceca-Gran Bretagna. Cosa c’è di nuovo? Nulla, naturalmente: sarebbe strano il contrario. Cambia solo la sistemazione dei box e il rettilineo di partenza: si è tornati alla versione del 2010. “Così è più affascinante, meno asettico: negli altri box, bellissimi, sembrava di stare in un museo” commenta Valentino Rossi, per la verità piuttosto mogio e sottotono: la prova di Brno, inferiore alle aspettative, non ha fatto bene al morale del campione. Difficile pensare che possa fare meglio qui, anche se… “…anche se questa è una pista che mi piace, un po’ vecchio stile, lunga e larga: sulla carta, però, dovrei avere più difficoltà che in Rep Ceca, anche perché qui non ho mai girato con la Yamaha”.
DEBUTTANTE A 34 ANNI
Così, a 34 anni, dopo 287 GP, 106 vittorie e nove titoli iridati,
Valentino Rossi veste i panni del debuttante: ecco una novità. “Con la Ducati nel 2011 e 2012 facevamo tanta fatica a far entrare in temperatura la gomma anteriore; si correva, però, a giugno, quando faceva ben più freddo di oggi. Sono curioso di vedere come mi troverò con la Yamaha:
l’obiettivo rimane sempre quello di cercare di stare il più vicino possibile a quei tre. Senza dimenticarsi che qui ci sarà anche Crutclow: è tutto l’anno che va forte, qui sarà particolarmente insidioso”.
PISTA HONDA O YAMAHA? PISTA MARQUEZ…
Come era già successo a Brno, si dice che questo potrebbe essere un
tracciato favorevole alla Yamaha. Ne dubita, però, Jorge Lorenzo. “L’unica possibilità per recuperare punti è vincere le gare, ma al momento non è possibile.
Forse qui andrà un po’ meglio rispetto a Brno, ma non ne sono troppo convinto. Non siamo al livello sperato, ma non bisogna perdere le motivazioni” è l’analisi di uno particolarmente orgoglioso di come sta guidando, ma piuttosto
deluso dalla superiorità della Honda.
Ma la RC213V è davvero così superiore? Stando al risultato di Brno sembrerebbe di sì, ma non ci si può dimenticare che la più grande differenza l’ha fatta Marquez: se non ci fosse stato lui, avremmo probabilmente visto una gara fotocopia del 2012, con una sfida finale tra Lorenzo e Pedrosa e parleremmo di equilibrio tecnico. Ma con Marc in fuga, Dani ha dovuto accelerare i tempi, anticipando il sorpasso del rivale: ecco perché
è forse più corretto parlare di pista Marquez, piuttosto che pista Honda. “Ma io non penso al titolo, solo a preparare al meglio la prossima stagione” continua a ripetere il nuovo fenomeno spagnolo. Ma, ormai, non gli crede più nessuno.