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Spunti, considerazioni, domande dopo il GP d’Austria.
Quali sono state le chiavi del GP?
1) La determinazione di Dovizioso. La sconfitta del 2016 subita da Andrea Iannone era stata per il Dovi una delle più grandi delusioni della sua carriera, per mille motivi. La voglia di rivincita, di riprendersi quello che sentiva suo l’anno scorso gli ha dato una carica pazzesca;
2) La pista favorevole alla Ducati. Naturalmente, non si può dimenticare che quella austriaca è una pista particolarmente vantaggiosa per la DesmosediciGP, perché il motore conta tantissimo e ci sono poche curve, non si fa fatica a far “tornare la moto” per dirla con le parole del Dovi;
3) La nuova carenatura. In tutto questo, la nuova carenatura ha dato naturalmente un buon contributo;
4) La scelta della gomma. Ponderata e azzeccata: se non avesse avuto la morbida, Dovizioso non sarebbe riuscito a tenere il passo di Marquez.
5) Il 18esimo giro. Marquez, al comando, stava forzando per provare ad andarsene, ma alla terza curva è arrivato lungo e Dovizioso è passato al comando. Lì Andrea, a mio modo di vedere, ha preso ulteriore coraggio, ha capito che anche il rivale era al limite.
6) Il 22esimo giro. Altro momento chiave: Dovizioso e Marquez si sono superati cinque volte, con Andrea poi al comando al termine del 22esimo giro. Da lì in poi è sempre stato davanti.
7) La poca competitività della Yamaha. Telaio 2016, telaio 2017, gomma morbida (scelta da Zarco), gomma dura: c’è stata poca differenza. Le tre Yamaha sono arrivate una dietro all’altra, troppo staccate da Honda e Ducati, poco più avanti di Bautista e Baz: le gomme non hanno lavorato come avrebbero dovuto.
Erano preventivabili le difficoltà della Yamaha?
No, soprattutto dopo le prove: Rossi, in particolare, sembrava avere il passo per stare con i primi. Invece, sia lui sia Vinales hanno dovuto rallentare per il calo della gomma.
Rossi è a 33 punti da Marquez: è fuori dalla lotta per il titolo?
In questa MotoGP i valori cambiano molto rapidamente, ma è probabile che sia così.
Il quarto posto di Lorenzo, deve essere considerato un buon risultato, o no?
Complessivamente, il fine settimana di Jorge non è stato male e anche il distacco dal vincitore è il più basso di questa stagione. Ma su questa pista, ci si aspettava quanto meno il podio.
Perché Danilo Petrucci si è ritirato al sesto giro?
Per un problema tecnico: non è stato specificato quale. Il cruscotto di bordo ha segnalato un allarme e Danilo, scattato malissimo dalla quinta posizione, è dovuto tornare ai box mentre era 11esimo.
Giri veloci in gara (tra parentesi il giro in cui è stato realizzato).
Zarco 1’24”312 (6); Rossi 1’24”443 (4); Dovizioso 1’24”497 (15); Marquez 1’24”501 (15); Pedrosa 1’24”535 (7); Vinales 1’24”600 (7); Lorenzo 1’24”641 (2); Kallio 1’24”849 (5); Baz 1’24”878 (8); Bautista 1’24”896 (12); Barbera 1’24”897 (6); Iannone 1’25”042 (3).
Considerazione: Il tempo realizzato da Zarco e Rossi conferma che la Yamaha aveva la velocità, ma i piloti hanno dovuto rallentare per il calo della gomma. Non a caso, Dovizioso e Marquez hanno realizzato il loro giro veloce al 15esimo, Rossi al quarto.
Le più tre belle frasi del GP
3) Marquez: «Perché ci ho provato in quel punto? Perché se non lo avessi fatto, non sarei andato a letto tranquillo»;
2) Lorenzo: «Marquez è l’unico che in certi momenti si dimentica del campionato e ci prova sempre: io, Rossi, Vinales, Dovizioso e Pedrosa non lo avremmo mai fatto. E’ stato impressionato come sia riuscito a frenare così tardi senza andare fuori pista».
1) Antonio Dovizioso (papà di Andrea): «Il bravo ragazzo ha sputato fuoco».