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Non si può dire che non sia stato un “mercato piloti” movimentato: tante le mosse inaspettate, presunte o già contrattualizzate. Fabio Quartararò e Maverick Viñales nel team Yamaha ufficiale; Marc Márquez che firma per quattro anni con la HRC; Jack Miller al posto di Danilo Petrucci nella squadra interna Ducati: sono solo alcuni esempi di un mercato che ha reso vivo questi mesi di attesa delle gare.
Ecco, per ciascun team, la situazione attuale.
La priorità della HRC è stata quella di confermare l’unico pilota vincente con la RC213V degli ultimi anni: ovvio che fosse così. Piuttosto, è stata una sorpresa la durata del contratto: quattro anni in MotoGP sono un periodo lunghissimo. In questo senso, in Honda hanno lavorato bene: assicurarsi Márquez fino al 2024 è tanta roba. Un periodo che lascia anche un po’ perplessi, soprattutto dalla parte del pilota: ma secondo i più importanti manager del motomondiale ci potrebbe essere una clausola nel contratto che permetta a Márquez di liberarsi prima della scadenza. Solo un’ipotesi, che diventerebbe decisiva nel caso Alex Márquez sia stato fatto fuori senza che il suo manager Emilio Alzamora lo sapesse, come sostengono in Spagna.
Al fianco di Marc Marquez ci sarà Pol Espargaro.
Al momento, HRC, che tratta anche i piloti del team LCR, non ha confermato né Cal Crutchlow né Takaaki Nakagami, in attesa dello sviluppo della situazione di Pol Espargaró. Appare però scontato che Crutchlow venga lasciato libero (secondo alcuni, Cal sarebbe già stato informato di cercarsi un altro ingaggio) per far posto ad Alex Márquez, che avrebbe una moto e un’assistenza ufficiale al 100%. Al suo fianco verrebbe confermato Takaaki Nakagami, che può contare sul passaporto giapponese e su una crescita evidente negli ultimi anni.
A differenza di quanto fatto dalla HRC, in Ducati non hanno accelerato la trattativa con il pilota di punta Andrea Dovizioso, ma si sono prima preoccupati di bloccare Jack Miller, anche se l’australiano era già un pilota di Borgo Panigale. La crescita nel team Pramac nel 2019 ha convinto Gigi Dall’Igna che Miller può essere il pilota del futuro, anche se gli è stato fatto un solo anno di contratto con una opzione per il 2022 a favore della Casa.
Adesso, però bisogna convincere Andrea Dovizioso, che in Ducati considerano il “piano A” senza avere, per il momento, un “piano B”. Paolo Ciabatti, direttore sportivo di Ducati Corse, ha rivelato a Moto.it come siano stati appianati i problemi economici relativi al 2020, e si è detto molto fiducioso che si possa arrivare ad un accordo, considerando che la soluzione Dovizioso/Ducati sarebbe la migliore per entrambi. Verissimo sotto l’aspetto sportivo, ma Andrea non sembra altrettanto positivo, troppo infastidito dal fatto che da agosto della scorsa stagione a oggi, a Borgo Panigale abbiano provato a prendere un sacco di piloti - tra gli altri: Viñales , Quartararò, Lorenzo - senza preoccuparsi troppo di lui.
Dovizioso non ha valide alternative se non quella di smettere, una possibilità più grande di quello che si potrebbe pensare. Se non si dovesse arrivare all’accordo con Dovi, allora si penserebbe al piano B: piloti candidati Cal Crutchlow; Pecco Bagnaia; Johann Zarco.
La politica per il team satellite Ducati è chiara: far crescere i giovani per portarli nel team ufficiale. E’ successo così con Iannone, Petrucci, Miller. L’accordo con Jorge Martín è già stato fatto, mentre per il secondo pilota bisognerà aspettare qualche gara.
L’intenzione è quella di confermare Pecco Bagnaia, che però deve dimostrare di meritarsi il posto ottenendo risultati di rilievo; se il campione del mondo della Moto2 dovesse fallire, allora si penserebbe a Johann Zarco, anche se non sarebbe esattamente un giovane da far crescere, o a un altro giovane. In questo caso, sicuramente, non ci sarebbe posto per un ritorno di Petrucci.
Tito Rabat ha un contratto fino al 2021, mentre è tutto da decidere per il secondo pilota, che verrà scelto dopo aver sistemato il team ufficiale. Se Dovizioso verrà confermato, allora è probabile che si arriverà all’accordo con Zarco per la prossima stagione.
In Casa Yamaha le decisioni sono state prese addirittura a dicembre 2019, ufficializzate poi a gennaio prima dei test in Malesia. Per il 2021 e 2022 si punta su Fabio Quartararò, promosso dalla squadra satellite, e Maverick Viñales, confermato dopo tre stagioni altalenanti, con vittorie clamorose, ma anche errori grossolani.
Al momento, non c’è nulla di ufficiale, ma la squadra satellite Yamaha sembra ormai fatta con la coppia di amici Valentino Rossi e Franco Morbidelli. Mentre per Morbidelli non ci sono mai stati problemi - la squadra voleva continuare con lui e Franco con la squadra - con Rossi è stato un po’ più complicato, ma solo per la volontà di Valentino di valutare attentamente la possibilità di smettere o di continuare.
Il campionissimo avrebbe voluto decidere in base ai risultati delle prime cinque gare del 2020, ma questo non è stato possibile: dopo qualche tentennamento, Rossi si sarebbe convinto ad andare avanti, per la felicità di (quasi) tutti gli appassionati. Insomma, il team Petronas è ormai fatto, manca solo l’ufficializzazione.
Altra squadra già confermata: Alex Rins e Joan Mir saranno piloti Suzuki anche nel biennio 2021-2022.
La squadra ufficiale austriaca confermerà Brad Binder: non ci sono dubbi al riguardo che sarà affiancato da Miguel Oliveira.
Iker Lecuona verrà confermato anche per la prossima stagione, assieme a Danilo Petrucci, che godrà di un'assistenza ufficiale al 100%. Per il pilota italiano è l'occasione di esprimersi e di concludere l'esperienza in rosso con la serenità di un futuro in MotoGP garantito.
Aleix Espargaró ha rinnovato per altri due anni, mentre per quanto riguarda Andrea Iannone bisogna aspettare la sentenza del TAS: se la squalifica (attualmente fino a giugno 2021) venisse cancellata, Iannone sarà sicuramente il pilota Aprilia anche nel prossimo biennio; ma se venisse confermata (o addirittura inasprita, come chiesto dalla Wada, l’ente anti doping), allora Noale guarderà altrove.