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Alex Rins: “Abbiamo fatto un buon test, provato tante cose e siamo stati molto veloci. Abbiamo tenuto un buon ritmo, tanti giri in 1’59”: è questo che conta più del giro singolo. Sono tranquillo, abbiamo una buona base. La moto è migliorata dal 2018, soprattutto in configurazione gara, siamo più consistenti. Abbiamo girato tanto con le gomme usate, vado a casa un po’ stanco, ma tranquillo”
Maverick Viñales: “La simulazione gara è stata molto buona, siamo più vicini rispetto all’anno scorso. Nel “time attack" è impossibile battere le Ducati, per riuscirci dobbiamo migliorare ancora la moto, ma sono contento per come si comporta la M1 con le gomme usate. Siamo cresciuti nella gestione del freno motore, ma non basta ancora, dobbiamo fare un altro passo in avanti: i piloti Ducati possono frenare dopo e accelerare prima di noi. I test sono sempre difficili da interpretare, ma sicuramente siamo più costanti e sembra che facciamo lavorare meglio la gomma anteriore. Io e Valentino stiamo cercando di rendere la Yamaha più competitiva: per questo abbiamo girato insieme, stiamo cercando di capire il bilanciamento giusto. Ogni anno c’è sempre più equilibrio, per fare la differenza ci vuole più grip”.
Johann Zarco: “Adesso la KTM va molto meglio, è più facile da guidare, abbiamo fatto un buon tempo sul giro, anche se poi le Ducati hanno spostato molto in alto il limite. Abbiamo fatto un buon lavoro: in questi cinque giorni di test (anche Zarco, come Aleix Espargaró, ha provato anche con i collaudatori, NDA) ho dato indicazioni molto chiare e precise. Siamo cresciuti costantemente, adesso posso spingere per fare certi tempi: siamo in evoluzione continua, ed è normale che la KTM, che ha poca esperienza di MotoGP, faccia provare anche a noi piloti ufficiali un sacco di materiale. Il nostro limite più grande è in uscita di curva e in accelerazione, ma non è dovuto solo al motore, ma anche all’elettronica e alla ciclistica: dobbiamo trovare più grip. Non so dire quanto ci vorrà per essere competitivi, sicuramente non 3 o 4 mesi, ma molto di più. Diciamo che il lavoro che stiamo facendo adesso ci servirà soprattutto per il 2020. Credo che Pedrosa (che verrà operato, NDA), quando si riprenderà dall’infortunio, potrà darci una bella mano”.
Marc Márquez: “Oggi è andata molto meglio, sono contento di come ha reagito la mia spalla. Ieri avevo sbagliato tattica: appena entrato in pista avevo subito spinto fortissimo, e questo mi ha fatto avere un calo pauroso. Oggi l’ho presa con più tranquillità, sono andato per gradi e la spalla ha reagito bene. Ho potuto guidare con molta più costanza ed efficacia, anche se non con il mio stile.
In ogni caso ho potuto provare un sacco di cose, perlomeno quelle più importanti per i tecnici giapponesi. Adesso spero in Qatar di poter fare un test “normale”. Oggi la pista era in condizioni perfette, era facile fare certi tempi: difficile dare un giudizio, perché una situazione così non si troverà facilmente durante il campionato. Io ho le idee abbastanza chiare sulle scelte da fare, ma bisogna valutare anche i commenti degli altri piloti Honda, e tutto andrà poi verificato in Qatar. Da due anni cerchiamo di trovare una buona base per la moto per poi migliorarla durante la stagione: è l’obiettivo anche del 2019. Anche oggi ho fatto pochi giri, ma ho comunque tenuto un buon passo”.
Pecco Bagnaia: “Sono molto contento, non solo per il tempo fatto, ma per come abbiamo lavorato. Ci siamo già portati avanti con il lavoro, abbiamo una buona base di assetto per il Qatar: dobbiamo solo fare un altro passo in avanti nella gestione elettronica. Ho fatto un buon “time attack” e anche come ritmo non sono messo male: purtroppo ho una gastroenterite, e ho dovuto smettere in anticipo i test senza poter fare un “long run”. Ogni volta che guido, imparo qualcosa di nuovo: il mio tempo finale è stato molto migliore delle aspettative, il mio obiettivo era girare in 1’59”. Con la squadra ci stiamo ancora conoscendo, sono solo i primi tre giorni di test del 2019: in questo momento, sono soprattutto io che cerco di assorbire da loro, di sfruttare la loro esperienza. Ci capiamo bene, abbiamo un metodo di lavoro simile. C’è ancora margine di miglioramento: spero d'incrementare poco alla volta per capire bene quello che faccio. In questi test abbiamo lavorato bene fin dal primo giro, imparando qualcosa di nuovo fino all’ultimo passaggio, Sono migliorato tanto in frenata, anche perché la squadra mi è venuta incontro facendo delle modifiche che adesso mi permettono di sentirmi più a mio agio in staccata. Io non sono un pilota che guida alla “morte” e qui il “time attack” è molto differente rispetto alla Moto2: qui si guadagna tanto in uscita, non devi rischiare in staccata. Stamattina, appena entrato, ho subito fatto un 1’59” con le gomme usate; poi ho provato le due gomme nuove della Michelin e, in particolare, la posteriore soffice mi è piaciuta molto: solitamente sono uno che consuma poco le gomme, averne una più morbida può venire incontro alle mie caratteristiche. Guidare questa Ducati dà molto gusto, è emozionante quando sei a posto riuscire ad andare così forte: è molto più intuitiva di quello che potrebbe sembrare. Sono molto soddisfatto anche di come ho cambiato il mio stile di guida: ho iniziato guidando come in Moto2, ho finito in modo simile a un pilota di MotoGP, cercando di raddrizzare il prima possibile per sfruttare l’aderenza della gomma posteriore”.