Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
La classifica finale del test di Mandalika dovrebbe essere intesa come una sorta di griglia di partenza, anche se ci sono stati piloti, come Marc Márquez, che hanno rinunciato a cercare quel giro veloce che li avrebbe messi più in alto nella lista dei tempi. Ma più del giro secco, conta il ritmo che i 24 piloti hanno tenuto durante i tre giorni: il passo gara, è più improntate della classifica.
Per questa analisi abbiamo usato due tabelle realizzate da Antonio Lopez, che ha analizzato, rispettivamente, i 15 e i 10 migliori giri di ciascun pilota. In tutti i casi, tranne che per Joan Mir e Raul Fernandez, sono stati presi i migliori giri del terzo e ultimo giorno di test.
In entrambi i casi, si può vedere come Fabio Quartararo sia chiaramente il pilota con il passo più veloce a Mandalika. Senza discussione. Sulla distanza dei 15 giri, il suo ritmo è stato di 0.421 più veloce del secondo, mentre sui 10 giri di 0.375, in entrambi i casi su Alex Rins e la sua GSX-RR 2022. Considerando quanto equilibrata sia diventata la MotoGP nelle ultime stagioni, questo divario tra il pilota francese e i suoi rivali è particolarmente sorprendente.
A Mandalika, Quartararo ha probabilmente sfruttato due fattori: una moto molto simile a quella della scorsa stagione, quindi con una base ben definita; la pista indonesiana può essere considerata una pista adatta alla Yamaha, nel senso che non ci sono lunghi rettilinei e nessuna accelerazione violenta, con lunghe curve e veloci cambi di direzione, ovvero terreno ideale per la M1.
Questa nostra teoria è rafforzata dal sesto posto di Franco Morbidelli nelle due classifiche. A Mandalika è sembrato essersi svegliato dal letargo di Sepang, o, più semplicemente, Morbidelli fa le cose al suo ritmo. In ogni caso, come detto, Mandalika e Yamaha vanno d'accordo. Ma la storia potrebbe cambiare se invece di percorrere 27 giri da soli, lo facessero in gara circondati da altre moto.....
Una pre-stagione perfetta per il pilota della Suzuki, sempre davanti sia a Sepang sia a Mandalika. Abbiamo già detto più volte qui a moto.it come Suzuki sembra aver fatto abbastanza lavoro questo inverno per eliminare i difetti delle loro moto 2021, senza sacrificare i punti forti. Questa è la cosa più difficile da fare nelle corse e non succede quasi mai. Ma Sahara-san e i suoi ingegneri l'hanno fatto bene.
Sia Rins sia Mir affermano non solo di essere pronti, ma di non essere mai stati così pronti per l'inizio del campionato. Nelle nostre tabelle il campione del mondo è solo 17° perché problemi intestinali gli hanno impedito di scendere in pista il terzo giorno, quindi nel suo caso - come in quello di Raul Fernandez - si analizza il passo gara del secondo giorno.
Pole per Pol Espargaró, tre piloti nei primi cinque sul passo gara... Honda è entrata in scena facendo sì che tutti i suoi rivali si guardassero l'un l’altro, come per dire "Uff, Honda si è svegliata". Marquez, Nakagami e Pol, rispettivamente terzo, quarto e quinto nel passo gara sulla distanza di 15 giri; Nakagami, Marquez e Pol, rispettivamente terzo, quarto e quinto in quello su 10 giri. È chiaro che nonostante la sua gioventù, la nuova RCV sta andando forte. E lo conferma anche la minima differenza di passo tra i tre piloti.
Márquez, solo nono nella classifica finale, ha spiegato che ha rinunciato a un attacco al tempo per evitare di affaticarsi troppo in una sessione invernale. Tuttavia, Márquez non era sicuro di aver fatto abbastanza per mostrare le sue carte. Con la pole position di Espargaró, Marc e Honda sanno di cosa è capace la loro moto quando si tratta di trovare un posto sulla griglia.
Luca Marini ha concluso come il pilota Ducati capace di segnare il giro più veloce a Mandalika. L'ha fatto il secondo giorno, dato che è stato uno dei pochi piloti che non si è migliorato il terzo giorno. È certamente strano che Luca sia finito davanti a Bagnaia, Zarco o Miller. In realtà, strana è stata l'intera stagione invernale per i piloti sulla Desmosedici 2022.
Guardate il passo di Mandalika. Dov'è la prima Ducati? Dov'è la seconda? Strano... Dall'Igna ha nascosto il vero potenziale delle sue nuove moto? Ducati ha rinunciato di proposito alle posizioni che danno i sempre apprezzati titoli sui media? Le ha cedute volontariamente alla Honda? Onestamente non ho una risposta a queste domande; immagino che il Qatar tra due settimane risponderà. Ma quello che sembra chiaro è che la Ducati ha perso la schiacciante supremazia con cui ha concluso la scorsa stagione... O forse no?
I test invernali del marchio austriaco sono stati un po’ "tristi". Tristi nel senso che non ha generato aspettative, né positive né negative. Tutti ci aspettavamo una pre-stagione un po' più "rumorosa". Tuttavia, quando abbiamo analizzato le nostre tabelle, improvvisamente... oh, sorpresa! Il ritmo di gara di Binder e Oliveira è stato molto migliore di quello che si era visto durante i tre giorni a Mandalika.
Entrambi sono nelle nostre classifiche nei primi nove, davanti alla prima Ducati (quella di Zarco), perlomeno sulla distanza dei 15 giri e appena dietro in quella sui 10 giri, mentre sul giro secco Binder ha chiesto decimo e Oliveira 12esimo.. In altre parole, la moto è abbastanza equilibrata e le RC16 non sono sicuramente evanescenti come abbiamo affermato dopo Sepang. Nel loro caso si applica il detto "l'apparenza inganna".
Le moto di Romano Albesiano sono state le principali protagoniste del test di Sepang. A Mandalika la realtà è stata spettacolare, probabilmente perché non hanno avuto i giorni extra che Aleix Espargaró e Maverick Viñales avevano avuto in Malesia.
Come nel caso della Ducati, la nostra analisi apre degli interrogativi: non c'è correlazione tra classifica finale dei test con quella del passo. Espargaró è uscito da Mandalika quarto, Viñales quattro posti più indietro. In altre parole: molto bene. Tuttavia, le loro posizioni nelle classifiche del ritmo sono molto deludenti. Viñales, che è sempre stato noto per essere uno specialista delle prove pre-stagionali, è 11° sulla distanza dei 15 giri e 14° quando nella media dei suoi migliori 10 giri. Sulla base di questi risultati si può dire che l'adattamento di Viñales all'Aprilia sia ancora da completare.
Se nel caso di Maverick ci può essere una spiegazione, il 15° e il 13° posto di Aleix sul passo sono sconcertanti. Immagino che ci sarà una spiegazione per questo, ma il test di Aprilia a Mandalika ha lasciato l'impressione che la nuova moto non sia così pronta come sembrava a Sepang... Spero di sbagliarmi.
Infine, diamo un'occhiata ai rookie, ai debuttanti. Tutti loro hanno dovuto iniziare in Indonesia senza riferimenti, il che li ha fatti partire da un foglio bianco. Bezzecchi e Di Giannantonio sono stati i più veloci sia in un giro sia nel ritmo di gara, formando un gruppo compatto in fondo alle classifiche.