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Honda satellite, Honda ufficiale, Yamaha satellite, Ducati ufficiale. Fra poco anche Aprilia ufficiale: un piccolo primato per Andrea Dovizioso, il pilota che ha provato più MotoGP. Una grande esperienza che può essere molto utile alla Casa di Noale, come ha spiegato bene a Moto.it l’ingegnere Paolo Bonora, responsabile in pista del progetto Aprilia MotoGP. Ripercorriamo la carriera di Andrea nella categoria più importante.
Il debutto in MotoGP avviene con il team Scot, squadra con la quale Andrea Dovizioso ha vinto il mondiale 125 (2004) e ha finito due volte secondo in 250 (2006 e 2007). Ha a disposizione una RC212V satellite: allora la differenza con la moto ufficiale era piuttosto marcata. Al debutto in Qatar finisce quarto, secondo tra i piloti Honda, battuto da Dani Pedrosa (terzo). In quell’anno, ci sono piloti con le Michelin e altri con le Bridgestone: Andrea ha le gomme francesi. Conquista un podio, terzo in Malesia, ancora una volta dietro alla Honda ufficiale di Pedrosa, ma davanti a quella di Nicky Hayden. Chiude il campionato al quinto posto con 174 punti.
Nel 2009, Andrea viene inserito nella squadra ufficiale HRC, dove rimane fino al 2011, anche se l’ultimo anno corre da separato in casa: nonostante un contratto firmato, la Honda vuole spostare Dovizioso nel team satellite di Fausto Gresini, ma il pilota si oppone e la HRC è “costretta” a fare tre moto: in seguito, verrà introdotta la regola che impone un massimo di due piloti per ogni squadra. La moto è la RC212V ufficiale: Andrea disputa 54 GP, con una vittoria e 15 podi totali. Miglior piazzamento in campionato: terzo nel 2011, dietro a uno dei due compagni di squadra Casey Stoner (l’altro è Dani Pedrosa) e a Jorge Lorenzo con la Yamaha.
Nel 2012 passa alla Yamaha, nel team satellite di Herve Poncharal, a fianco di Cal Crutchlow. Al debutto in Qatar, Andrea è quinto dietro al compagno di squadra, ma a fine stagione sarà quarto in classifica generale (Crutchlow settimo), seconda Yamaha dopo quella ufficiale del campione del mondo Lorenzo. Con la Yamaha disputa 18 GP, conquistando sei podi.
Dovizioso passa alla Ducati, sostituendo nientemeno che Valentino Rossi. In Qatar è settimo e la prima stagione è molto complicata: Andrea non conquista nemmeno un podio, chiudendo il campionato in ottava posizione con soli 140 punti, contro i 334 del campione del mondo Marc Marquez. Nel 2014, però, arriva l’ingegnere Gigi Dall’Igna, la Desmosedici viene trasformata e grazie anche ai consigli del Dovi cresce anno dopo anno. In totale, Andrea disputa con la Ducati disputa 176 GP, vincendo 14 gare e salendo complessivamente 40 volte sul podio, finendo tre volte secondo in classifica generale.
Ad aprile del 2021 Dovizioso scende in pista per la prima volta con la Aprilia MotoGP a Jerez.
Il primo avvicinamento alla RS-GP di Noale, con il forlivese chiamato da Aprilia per toccare con mano le potenzialità della moto. Due giorni di test a cui seguono altri test al Mugello poco dopo e poi ancora tre giorni sulla pista toscana a metà maggio.
La voglia di correre, disse Andrea in quell'occasione, c’era ancora: “Guidare una MotoGP è unico e pazzesco. Difficile entrare nei dettagli, dopo aver guidato per otto anni un’altra moto, abbiamo lavorato solo per trovare la posizione di guida. Faremo un altro test fra un mese, speriamo con alcune modifiche”.
Alla fine di giugno, questa volta a Misano, Dovizioso, svolse altre due intense giornate di test. In quell'occasione i tempi sul giro furono buoni. “E’ stato un test molto interessante – commentò Andrea -. Provare su un terzo diverso circuito è stato molto importante per comprendere al meglio la moto e capire i punti da sviluppare. Con i prossimi test in programma potremo fare ulteriori comparazioni e confrontare meglio le nostre idee”. Fino a quel momento restava aperta la possibilità di correre per la Aprilia. Ma poi ad agosto sulla RS-GP arrivò Maverick Vinales e la parentesi Aprilia si concluse.
Con la partenza di Vinales da Yamaha, e il successivo spostamento di Franco Morbidelli nel team ufficiale, per la stagione 2022 arrivava così l'occasione per un ritorno sulla Yamaha M1 dopo la positiva esperienza del 2013 nel Team Tech3.
Anche questa volta si tratta di correre nel secondo team Yamaha, ma con un trattamento da ufficiale: moto 2022 e supporto completo.
Un ritorno in MotoGP con ottime condizioni e altrettante buone intenzioni da parte del pilota oltre che di Yamaha, ma purtroppo il Dovi ha faticato più del previsto non riuscendo a trovare il modo per recuperare i distacchi dai migliori. La sua intenzione era di trovarsi a lottare per posizioni in classifica decisamente migliori.
Ma così non è stato e ieri è arrivata la notizia della chiusura anticipata dell'esperienza in Yamaha, con l'ultima gara sulla pista di Misano a settembre e le spiegazioni di questa decisione presa dal pilota romagnolo.
Foto: MotoGP.com
Articolo originale del 18 marzo 2021, aggiornato il 5 agosto 2022