MotoGP, tutti i numeri del dominio di Marquez

MotoGP, tutti i numeri del dominio di Marquez
Un’analisi statistica di vittorie, pole e giri veloci della stagione 2014 incorona Marc ancora più nettamente. Agli avversari solo le briciole
20 novembre 2014

Punti chiave

La stagione 2014 raccontata per statistiche dipinge un quadro in cui il dominio del Campione del Mondo Marc Marquez appare ancora più netto e definito. Gli statunitensi usano l’adagio You’re just as good as your last race, ad indicare come la memoria tenda a giocarci strani scherzi fissandosi sui fatti più recenti ed influenzando così la nostra percezione, ma siamo sicuri che nessun appassionato abbia dimenticato la micidiale striscia di 10 vittorie infilata da Marquez ad inizio stagione.

Un’analisi fornita da Dorna non fa che confermare un dominio che trascende addirittura l’appiattimento finale della stagione del quattro volte iridato (una corona in 125, una in Moto2 e due consecutive in MotoGP di cui una al debutto) mostrandoci con i freddi numeri quanto superiore sia stato Marc nel corso del 2014.

Anche trascurando il numero di vittorie (tredici contro le due di Lorenzo e Rossi e solo una di Pedrosa – peraltro gli unici in grado di vincere gare negli ultimi due anni) e il totale dei punti accumulati – 362, cifra impressionante ma giocoforza legata al numero di gare corse e al sistema di punteggio, entrambi cambiati molto profondamente nel corso degli anni – basta passare alle tredici Pole Position, che gli sono valse la M4 Coupé messa tradizionalmente in palio da BMW ad inizio anno.

Se quello dei frequentatori del primo gradino del podio resta un club estremamente esclusivo, quello dei frequentatori degli altri due posti disponibili sta allargando un pochino le sue maglie, a testimonianza dell’aumento della competitività delle Ducati e delle moto – Open o Factory che siano – in mano agli altri piloti. Se nel 2013 oltre ai quattro vincitori sul podio erano saliti solo Crutchlow e Bradl, nella stagione appena conclusa abbiamo visto Dovizioso innaffiare il pubblico di bollicine due volte , ma anche Smith, Bautista, Crutchlow ed Aleix Espargaró una volta a testa.

Più varia la composizione del podio rispetto al 2013
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Marc ha massacrato tutti anche per numero di giri veloci – dodici contro uno di Rossi, due ciascuno per Lorenzo e Pedrosa, uno per Alvaro Bautista (in Qatar, alla prima gara dell’anno, prima di cadere rovinosamente sul finale quando aveva il podio a portata di mano) e per i giri compiuti in testa, dove la sproporzione con gli avversari la dice lunga in merito alla superiorità messa in campo dal binomio Marquez/Honda. Il Campione del Mondo ha condotto 214 tornate, quasi quante la somma dei rivali (98 Lorenzo, 80 Rossi, 19 Pedrosa, 13 Bradl, 12 Iannone, 11 Dovizioso, 1 Aoyama).

Il premio stakanovista delle prove va invece a Valentino Rossi, che ha confermato con i fatti la sua determinazione a lavorare sulla messa a punto con il nuovo capotecnico Silvano Galbusera (che sarà a breve protagonista di una puntata speciale di DopoGP, per la quale vi invitiamo a mandarci le vostre videodomande) percorrendo ben 7.464 chilometri.

Fonte: MotoGP.com

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