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Il primo podio dell'Aprilia in MotoGP è finalmente arrivato. Ci sono voluti sei anni - il rientro in classe regina è stato nel 2015, dopo la prima, sfortunta avventura con la RS-Cube dei primi anni 2000 - ma dopo un inizio fra mille difficoltà, i progressi sono stati costanti e tangibili. L'arrivo di Massimo Rivola nel 2019 che ha messo ordine nell'operazione e permesso a Romano Albesiano di concentrarsi sugli aspetti più tecnici, il ritorno al team interno annunciato nell'inverno, e il resto, come si suol dire, è storia recente.
La prima volta in prima fila per Aleix Espargaro al Sachsenring, un paio di mesi fa. E poi quella sensazione che il podio fosse un obiettivo sempre più vicino e realizzabile, fino alla bellissima gara di domenica, in cui la RS-GP nelle mani di Aleix - che dell'Aprilia è bandiera da quasi dieci anni, essendo stato sempre velocissimo anche ai tempi della CRT con la ART - ha rintuzzato gli attacchi della Ducati ufficiale di Miller conquistando il podio.
Un risultato che l'Aprilia aveva già raggiunto nella classe regina ai tempi della 500 - ce l'aveva fatta Doriano Romboni ad Assen nel 1997, che aveva aperto la strada a Harada e McWilliams, entrambi capaci anche di piazzare la bicilindrica due tempi in pole position al Mugello e a Phillip Island. Un'impresa che però il reparto corse di Noale non aveva mai raggiunto con i prototipi a quattro tempi, e che inevitabilmente alza l'asticella delle aspettative. Anche perché la prossima gara è ad Aragon, dove Espargaro è sempre andato fortissimo, e l'anno prossimo arriverà a tempo pieno Viñales, che non sarà il pilota più regolare e affidabile del pianeta, ma quando tutto gira bene è sicuramente velocissimo. Vediamo allora quali sono state le prime vittorie in ogni categoria per Aprilia nella velocità...
La quarto di litro è la categoria in cui Aprilia ha scritto le pagine più note della sua storia: il marchio di Noale e Max Biaggi sono cresciuti di pari passo, arrivando insieme fra i grandi del Motomondiale circa a metà degli anni 90. Ma la prima vittoria è arrivata diversi anni prima, anche allora a fine estate (accadde esattamente oggi, il 30 agosto 1987) ad opera di Loris Reggiani.
Erano ancora tempi eroici per Aprilia, che correva con le AF1 - la denominazione RS era ancora di là da venire - e il bicilindrico Rotax in tandem a disco rotante, con Dolph Van der Woude a guidare il reparto tecnico e l’ingegner Gaetano Coco a progettare il telaio. Veloce, guidabile ma poco affidabile, la 250 di Noale conquistò una vittoria vera: a Misano, per il GP di San Marino, "Reggio" parte terzo dietro Cadalora e Martin Wimmer, ma prende il largo e impone un ritmo che solo lui sa tenere. Il team - Loris "Ciutur" Montanari, Orlando Petracci, Leandro Rambelli, Michele Verrini e Benito Savoia si torce le mani dall'ansia. Ma finalmente arriva quella prima vittoria che convince Ivano Beggio a spingere ancora di più sulle corse.
È un crescendo: Reggiani, Ruggia, Wimmer fanno crescere l'AF1, che diventa RS, grazie anche al lavoro di Marcellino Lucchi, che "a casa" la sviluppa così bene da farci anche una pole e una vittoria, a quarant'anni suonati, al Mugello. E naturalmente arrivano i tre titoli consecutivi di Biaggi, e poi quelli di Capirossi, Rossi, Melandri, Poggiali, Lorenzo, Simoncelli. Nove titoli totali che ci portano alla fine della categoria, che nel 2009 Dorna sacrifica sull'altare della Moto2.
La prima vittoria nella ottavo di litro arriva dopo, il 25 agosto 1991 (pare che Aprilia sia particolarmente legata al periodo di fine estate...) ad opera di Alessandro Gramigni, che a Brno precede Capirossi con la Honda - che a fine anno vincerà il suo secondo titolo - e il compagno di squadra Gabriele Debbia. È solo l'inizio di una storia che molti sottovalutano: quella dell'Aprilia in 125, categoria in cui la Casa di Noale ha conquistato il maggior numero di titoli.
Il primo iride della ottavo di litro - e il primo titolo Aprilia in assoluto nella velocità - arriva infatti l'anno dopo, sempre con il "Gram", che lo conquista all'ultimo GP con una gara rocambolesca (la moto gli si spense in partenza, lui la riaccese e si esibì in una rimonta furiosa che lo portò sul podio) dopo un anno costellato di imprevisti, fra cui un brutto incidente automobilistico con pesanti conseguenze fisiche.
Anche qui, è solo l'inizio. La ottavo di litro Aprilia diventa il mezzo quasi imprescindibile per vincere il Mondiale. E con lei, dopo Gramigni ce la fanno Sakata (due volte) Rossi, Locatelli, Vincent, Bautista, Talmacsi, Simon e Terol. Ma la lista è incompleta, perché sarebbe ingiusto non contare i due titoli conquistati da Di Meglio e Marquez con Gilera e Derbi, che di fatto erano la stessa identica moto con diverso marchio sulla carenatura...
Restando in tema di "primi" non si può non citare la prima affermazione Aprilia in Superbike, ottenuta da Troy Corser a Phillip Island nel 2000 dopo solo un anno di sviluppo per la maxi bicilindrica di Noale. Una stagione interlocutoria nelle mani di Peter Goddard, ottimo collaudatore ma pilota non irresistibile, e poi l'arrivo di Mister Crocodile, che fra alti e bassi firma sette vittorie a cavallo di millennio, ma non riesce a conquistare un titolo che per il 2001 molti pronosticavano ampiamente alla portata del team.
Per l'iride bisogna aspettare dieci anni e il ritorno in Aprilia di Max Biaggi, che nel 2009 viene coinvolto nel progetto Race Machine - il nome in codice di quella che poi è diventata la RSV4 - e puntualmente, nel 2010, conquista il primo dei tre titoli della V4 italiana. Il secondo lo firmerà sempre Max nel 2012, e il terzo Sylvain Guintoli due anni dopo.
Insomma, quando Aprilia decide di puntare al bersaglio grosso è solo questione di tempo. Noi la chiudiamo qui per questioni scaramantiche, ma siamo sicuri che ne riparleremo fra non molto.