MotoGP Crash: i piloti e i loro recuperi miracolosi. Da Marc Marquez in giù

MotoGP Crash: i piloti e i loro recuperi miracolosi. Da Marc Marquez in giù
Marquez che parte per Jerez a 120 ore da un intervento chirurgico, idem Crutchlow, Rins che rinuncia all’operazione e Dovizioso regolarmente in gara, domenica scorsa, dopo l’infortunio di tre settimane fa: i piloti hanno tempi di recupero straordinari. E la storia lo dimostra…
23 luglio 2020

Marc Marquez è partito per Jerez determinatissimo ad essere in pista per il Gran Premio dell’Andalusia, Cal Crutchlow ha subito un intervento allo scafoide e vuole esserci, Alex Rins ha una spalla dolorante ed ha addirittura rinunciato all’operazione. I piloti sono nati per correre ed è l’unica cosa che, a quanto pare, conta per loro. Anche a costo di spostare i limiti umani. Ne sa qualcosa anche Andrea Dovizioso

Andrea Dovizioso, come del resto la maggior parte dei piloti, non è nuovo agli infortuni e ai recuperi in tempi brevi. Due gli episodi che si ricordano a questo proposito. Quando ancora correva in 250, stagione 2005, a Barcellona cadde rovinosamente in qualifica; era tanto dolorante e ammaccato che non camminava, dalla sedia a rotelle lo misero direttamente in sella per la gara e salì sul podio, terzo.

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A vincere fu Stoner davanti a Pedrosa. E ancora il 4 gennaio del 2012, in allenamento con la moto da cross, Andrea cadde in Sardegna sulla pista di Alghero fratturandosi la clavicola destra. Operato, dopo 21 giorni era in pista per i test in Malesia, a Sepang.

Ma nella storia della moto ci sono stati recuperi definiti addirittura miracolosi, alcuni ottenuti con l’assistenza del dottor Claudio Costa, altri no. Ecco i più famosi.

 

Sheene 1975

Il più antico che mi viene in mente è quello di Barry Sheene nel 1975 a Daytona. Nel catino della Florida con la TR 750 Suzuki tricilindrica due tempi, Sheene era sui 280 all’ora quando scoppiò il pneumatico posteriore. Nel terribile schianto l’inglese si ruppe un po’ tutto, arti e bacino, eppure dopo 49 giorni era già in sella e quell’anno vinse il titolo mondiale della 500, replicando nel 1976. Più avanti, nell’82 e questa volta in prova a Silverstone, Barry ebbe la sventura di andare a sbattere a velocità elevata contro una moto rimasta in mezzo alla pista dopo una caduta, invisibile dietro una cunetta: ci vollero sette ore di intervento e 27 viti per ricostruire ginocchio e polso, e dopo sei mesi di stop Barrry si fermò. Purtroppo un recupero mai risolto del tutto.

Doohan 1992

Celeberrima la vicenda di Mick Doohan, caduto nelle qualifiche di Assen con la Honda 500, fratturato alla gamba destra, ricoverato e poi “rapito” agli olandesi dal dottor Costa quando la gamba già andava in cancrena. Saltò soltanto tre GP, l’australiano: curato amorevolmente a Imola, rientrò per le ultime due prove 1992 ma il titolo sfumò a favore di Rainey, nonostante l’ottimo avvio di stagione del pilota Honda.

Schwantz 1994

Tanti gli infortuni e le fratture per Kevin, ma ad Assen (ancora) riuscì a tornare in sella il sabato per la gara dopo la frattura al polso rimediata in una caduta il giorno prima. Con il manubrio della sua Suzuki modificato, fu quinto al traguardo. Però dopo i primi tre GP dell’85 il texano annunciò lo stop definitivo: l’articolazione era ormai parzialmente compromessa.

Capirossi 2000

Ancora la pista olandese di Assen, e nel warm-up della 500 Loris cadde con la Honda di Pons fratturandosi il terzo e il quarto metacarpo della mano sinistra. Gara perduta? Macchè, dopo poche ore Capirex supera stoicamente il test de medico di corsa: fit to race, anche se il dolore era lancinante. Fece la gara e salì addirittura sul podio con il terzo posto. E appena finita la corsa, eccolo in infermeria per l’ingessatura della intera mano!

Bayliss 2007

Qui siamo nella SBK, ma l’accaduto merita la citazione. A Donington Troy Bayliss è in al comando in gara 1 con la Ducati 999 e cade, il mignolo della mano sinistra resta sotto il manubrio, maciullato. I tempi per la ricostruzione? Troppo lunghi per l’australiano, che ci ragiona sopra poche ore e poi conclude: amputiamo! La gara successiva Troy è in pole position.

Rossi 2010

Al Mugello il più brutto infortunio della carriera di Valentino, che in prova cade alla Biondetti e riporta la frattura esposta di tibia e perone della gamba destra. Subiti due interventi, trenta giorni dopo Rossi torna in sella ad una Yamaha SBK, sulla pista di Misano, e dopo 41 giorni è in gara: al Sachsenring chiude al quarto posto la MotoGP dopo un gran duello con Stoner per il podio. Sette anni dopo, ancora una brutta lesione alla stessa gamba: mentre si allena con la moto da enduro, a fine agosto 2017 Rossi fa un brutto volo ed ecco la frattura scomposta di tibia e perone. Ventidue giorni e torna a correre.

Edwards 2011

Nelle prime prove del GP di Catalogna Colin cade e si rompe la clavicola destra; vorrebbe correre ma viene stoppato, allora va all’ospedale di Barcellona, dove viene operato con l’introduzione di un disco e di sette viti e nella tappa successiva, Silverstone sotto la pioggia, fa una gran gara e sale sul terzo gradino del podio con Stoner (vincitore) e Dovi.

Casey Stoner 2012

Nelle qualifiche di Indy, Casey fa un brutto high side e la caviglia sinistra picchia duro: diverse sono le fratture e le lesioni. L’australiano corre ugualmente e chiude quarto, ma l’impresa purtroppo si rivela un azzardo: nei giorni successivi dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico e salterà tre GP.

Lorenzo 2013

Sulla pista bagnata di Assen (ancora Olanda!) Jorge picchia duro nelle prove libere del giovedì spezzandosi la clavicola sinistra. Ma il maiorchino non molla: vola a Barcellona, si sottopone all’operazione con viti e piastre, torna al circuito il sabato mattina per la visita medica e dopo sole 36 ore dall’intervento è in sella per la gara. 29 giugno 2013: Lorenzo finisce quinto.

Marquez 2013

Qui non ci sono fratture, per fortuna, ma il volo terrificante di Marc al Mugello, a circa 340 orari appena superato il dosso prima della San Donato, è da segnalare tra i “miracoli”. Poteva costare carissimo al fuoriclasse della Honda, che quell’anno debuttava in MotoGP: il muretto sfiorato e una serie di rotazioni incredibili fanno impressione. Il giorno dopo Marc corse regolarmente, con un gran livido in zona mandibola, stabilendo anche il giro veloce.

Iannone 2015

A Le Mans, nel GP di Francia, il pilota Ducati corre con la clavicola sinistra lussata il martedì precedente in una brutta caduta. Il fattaccio era accaduto in occasione dei test svolti al Mugello. Andrea chiude la gara francese al quinto posto cinque giorni dopo la lussazione della spalla.

Articolo già pubblicato in data 1 luglio 2020 e aggiornato in data 23 luglio 2020