MotoGP, Valencia 2015. Lorenzo: "Onorato di correre per Yamaha"

MotoGP, Valencia 2015. Lorenzo: "Onorato di correre per Yamaha"
Jorge, come gli altri piloti, rispetta l’ordine di non parlare più di Sepang. “Ma lo avevo deciso prima di arrivare qui: voglio concentrarmi solo su questa gara e sull’importante obiettivo da conquistare”. Poi chiese scusa per il pollice verso a Rossi sul podio: “Ho sbagliato, di questo sono pentito”
5 novembre 2015

VALENCIA – E’ il primo a presentarsi ai giornalisti dopo i vari incontri con i vertici Yamaha, poi della Dorna e della FIM e si capisce come sarà il tenore delle risposte: l’ordine è di non commentare quanto successo a Sepang.

«Vorrei pensare solo a questo GP, non voglio parlare di nient’altro se non della gara di domenica. Rispetto ogni decisione presa, pensiamo a domani: ci è stato chiesto di non parlare di quanto accaduto a Sepang e io sono d’accordo, ero già arrivato qui con quell’idea e la condivido. Una cosa, però, su Sepang la voglio dire».


Prego.

«Chiedo scusa per il gesto che ho fatto a Sepang sul podio (aveva fatto il pollice verso quando Rossi era salito sul terzo gradino, NDA): ho sbagliato, non è stato un buon esempio, soprattutto per i ragazzi più giovani che ci guardano. Ecco, di questo chiedo scusa, ma del resto non voglio parlare».


Come ti senti emotivamente?

«Sono contento di essere qui a giocarmi il titolo, di correre per la Yamaha, di avere la fortuna di poter dimostrare il mio potenziale»


Rossi dovrà partire dall’ultima fila: cambia qualcosa nel suo approccio alla gara?

«No, io correrò come sempre, il mio modo di pensare non viene modificato da questo fatto. Il mio stile di guida è noto, io cerco sempre di andare allo stesso modo dal primo all’ultimo giro. Ma non si possono fare certi discorsi a priori, magari si può cambiare strategia, ma il mio modo di guidare rimane sempre quello».


E nel 2016 cosa succederà?

«Ho un altro anno di contratto e ho sempre detto che vorrei stare a vita con la Yamaha. E’ chiaro che per fare un accordo bisogna essere in due, come in un matrimonio ci possono essere momenti più o meno felici, ma l’intenzione è sempre la stessa: la Yamaha si è sempre comportata bene con me, è sempre stata seria e professionale, la moto competitiva: perché cambiare?».


Forse per quello che è successo dopo Sepang…

«Non voglio parlare di questo: la mia decisione va rispettata».


A Sepang dicevi che era Rossi ad avere più pressione: la situazione è cambiata?

«No. Da piccolo sognavo di diventare campione del mondo: ci sono riuscito due volte in 250 e due volte in MotoGP. Tutto quello che viene in più me lo sarò guadagnato, ma lo considero come un regalo. Continuo a pensare di avere più da guadagnare che da perdere».


Ma chi ha il compito più difficile, tu o Rossi?

«Difficile rispondere, bisogna vedere il ritmo che riusciremo a tenere, come lavoreremo nelle prove».


Fino a dove può arrivare la rimonta di Valentino?

«Non lo so».


Credi che qualcuno lo possa aiutare?

«Non lo so, non lo posso sapere».


Ezpeleta e la FIM cosa vi hanno detto?

«Di essere il più sportivi possibile, di continuare il grande spettacolo che si è visto fino a Sepang».

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