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La quotidianità di Valentino Rossi da circa 3 settimane è completamente diversa da quella dei suoi primi 43 anni. Adesso c’è una bambina insieme a lui e alla compagna Francesca Sofia Novello e non c’è più la routine della MotoGP, dopo 26 anni di carriera.
Il fuoriclasse di Tavullia ha parlato a Il Giornale rilasciando una lunga intervista in cui ha affrontato vari temi, da come è maturata la decisione di ritirarsi, alla nuova vita da pilota di auto, alla figlia fino alla ricomposizione dei rapporti con i vecchi rivali.
Si è partiti ovviamente dalla nascita di Giulietta: “È nata il venerdì mattina delle prime prove libere in Qatar. E mesi prima, quando Francesca mi ha detto di essere incinta, era proprio il periodo in cui stavo pensando di smettere. Così l'ho preso come un segno del destino. Non ho smesso per questo però, se fossi stato competitivo avrei continuato anche da papà”. A tal proposito gli è stato ricordato cosa diceva Enzo Ferrari, cioè che ogni figlio toglie un secondo al giro: “Si sbagliava” ha tagliato corto Rossi che ha visto il primo Gp senza di lui in ospedale, insieme alla figlia.
E su Giulietta ha detto: “È bella, simpatica, ha un buon carattere. È tranquilla come me e Francesca. Dà gusto. La desideravo, sono abbastanza grande, era anche il momento giusto e questa cosa casuale di smettere con le moto e diventare babbo è stata di una tempismo bellissimo. E Francesca è una grande mamma”.
“Lo scorso anno tenevo molto a chiudere a Valencia in modo gioioso, e ci sono riuscito. Per cui ora mi ha dato gusto guardare i Gp dal divano. Sono un grande tifoso di moto, mi piace seguirle ovunque. E mi piace fare il tifo per i nostri piloti. Poi in pista c'è mio fratello, ci sono i miei amici. Il momento difficile è stato verso giugno, tra Barcellona e Assen, quando ho deciso di smettere”
Nell’intervista è stato chiesto a Rossi se non si fosse ritirato prima per paura del futuro o perché temeva di non saper fare altro…
”Io il futuro l'avevo già costruito da tempo: un'azienda di merchandising, la VR46, un team MotoGp, un'Academy per lanciare nuovi piloti, una pista di proprietà come il Ranch. E questo è stato anche merito delle persone che sono con me da sempre. La carriera è stata lunga e quindi abbiamo avuto tempo per pensare. Quando il mio merchandising era prodotto all'esterno non ci convinceva e ci siamo detti: "Facciamolo noi". E da lì l'abbiamo realizzato anche per altri... I ragazzini appassionati di corse venivano a chiederci aiuto, il primo fu Simoncelli, poi Morbidelli, Migno, poi mio fratello, e aiuta qua e dai una mano là, ho detto: "proviamo a fare una cosa per aiutare i ragazzini italiani". E abbiamo creato l'Academy. Poi sempre per la grande passione per le corse abbiamo provato a fare un team e adesso siamo in MotoGP. Ci serviva una pista per gli allenamenti e abbiamo costruito il Ranch. Avere la propria pista è uno dei sogni di tutti i piloti e noi l'abbiamo realizzato. Quanto a ostinarmi nel correre in moto, l'ho fatto perché ci credevo, perché credevo di poter continuare a vincere e comunque sono stato molto competitivo fino a metà della stagione 2019. Certo non ero più il Valentino Rossi di dieci anni prima, è normale, però ci credevo. Toh, ecco, potevo smettere un anno prima, a fine 2020, poi però il Covid, un anno del cavolo, spesso tre gare sulla stessa pista e che palle senza pubblico, mi son detto "che faccio? Smetto così? No, troppo brutto, dai, faccio un altro anno. Non perché volevo la gente per il mio ritiro, ma perché desideravo lasciare dopo un anno di competizioni vere”
E la decisione di smettere com’è maturata? Rossi l’ha spiegata così: “È difficile da accettare. Io non mi sono arreso fino alla fine. Ma capisci che a quarant' anni non hai più quegli istinti omicidi di quando ne avevi venticinque. Però è stata dura. A un certo punto della mia carriera, una decina di anni fa, mi sono chiesto: smetto quando sono sulla cresta dell'onda e mi ritiro da campione del mondo, o corro fino a quando non ne posso più?”. Risposta: “Corro fino a quando non ne posso più. E così ho fatto”.
Alla domanda se voglia provare una Ducati del suo team in MotoGP Rossi è stato chiaro: “No, non scherziamo. Quando sali su una MotoGP bisogna farlo con un obiettivo perché è una moto brutale che va fortissimo e non ha senso andare al 75%. La MotoGP non mi manca”.
“Rimanere a casa senza far niente sarebbe devastante dopo 26 anni a correre per il mondo. Sono due terzi della vita e se da lì, "pam", tagli di colpo e non fai più niente, è tosta; invece io ho sempre lavorato per diventare un pilota di macchine… Ho lavorato per arrivarci una volta che avrei smesso. Perché le moto sono cose da giovani, devi essere in forma, devi avere coraggio... Invece le auto, ecco, adesso non vorrei dire una cosa che poi viene mal interpretata, le auto sono un po' più abbordabili anche dalle persone di una certa età”.
Rossi, ironia del destino esordirà nel solito weekend e sulla stessa pista con Dani Pedrosa, anche se in campionati diversi: “Sono curioso di vedere quello che riuscirò a fare: ora è di nuovo tutto bello, mi diverto quando guido la macchina, quando vado a fare i test. Cose che invece alla fine in moto ero un po' stanco di fare"
Non sappiamo se le tensioni e i problemi avuti con Marc Marquez potranno mai ricomporsi ma intanto il tempo ha messo a posto il rapporto con tre grandi rivali di Rossi: “Grande riavvicinamento con Casey, che mi manda spesso messaggi dall'Australia, mi chiede della bambina, ci siamo anche visti. E riavvicinamento pure con Lorenzo, ormai è un amico, è venuto alla 100 km del Ranch, alla sera eravamo a ballare assieme. E persino riavvicinamento con Max”.
La vicinanza con Biaggi è una novità, visto che proprio l’anno scorso il romano aveva detto di essere disposto a incontrarlo ma che Rossi neanche lo salutava: “Ora ci salutiamo, parliamo reciprocamente bene l'uno dell'altro. È bello”.
Nell’intervista è stato chiesto a Rossi se ora capisce cosa ha provato Biaggi 25 anni fa quando Rossi arrivò nel paddock e si prese la scena: “Sì, alla grande. Anche perché io non ero nessuno e lui era il numero uno in Italia e uno dei più forti al mondo e ho cominciato a rompergli le scatole. Ero una carogna. Ma adesso tutto è passato, ci siamo riavvicinati. È stata una bellissima rivalità sportiva”.
I tifosi possono segnarsi il Gp d’Italia (dal 27 al 29 maggio, iniziate le prevendite dei biglietti) come data in cui potranno rivedere Rossi nei box della MotoGP: “Andrò a qualche gara. Al Mugello, per esempio. Sarà però una cosa un po' complicata perché da qualche parte mi devono mettere... non posso stare nel paddock senza far niente. Andrò a vedere i miei ragazzi del team, mio fratello”.