MotoGP, Valentino Rossi dovrà rinunciare a Briggs e Stevens

MotoGP, Valentino Rossi dovrà rinunciare a Briggs e Stevens
I due meccanici storici, che lo seguono dal 2000, non entreranno nel team Petronas. Briggs non ha rimpianti, con Rossi ha vissuto un periodo straordinario, resterà in famiglia. E intanto Valentino partecipa a un’asta…
19 gennaio 2021

Alex Briggs, il meccanico australiano che per ventuno stagioni ha seguito Valentino Rossi in tutte le sue migrazioni, da Honda in Yamaha, poi alla Ducati e ancora Yamaha, non seguirà il nove volte campione anche nel team Petronas: lui e Brent Stevens (neozelandese) sono stati esclusi dalla squadra.   

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Briggs non sembra dolersene così tanto, in fondo è da ventotto anni nel motomondiale, tutte le avventure finiscono, a casa ha moglie (sposata ventisette anni fa) e due figli, starà più tempo con loro. In una intervista a Ianieri sulla Gazzetta ripercorre quest’epoca felice al fianco del Dottore.

“Quando Valentino prese il posto di Doohan in Honda nel 2000 - ricorda Alex - era ancora un ragazzino, eppure dopo due o tre giorni sapeva i nostri nomi, da dove arrivavamo e cosa avevamo fatto. Ci sono piloti che dopo anni si riferiscono ai loro meccanici definendoli ‘quello con i baffi’ o ‘quello con i ricci’. Vale era sveglio e non impiegò tanto tempo a capire come guidare la moto, tanto che i giapponesi della HRC si fidarono delle sue sensazioni, svilupparono il motore, e l’anno dopo lui vinse il titolo”.

Quando alla fine del 2003 Rossi fu convinto da Brivio al passaggio in Yamaha, tutta la squadra di Burgess seguì il pilota, ed erano convinti di farcela.

“E se le circostanze fossero state un po’ diverse – ha assicurato Briggs - credo che ci saremmo riusciti anche in Ducati. Non farlo è stato frustrante, almeno quanto qualche anno fa: avevamo il pilota e la moto vincenti e non siamo arrivati al titolo”.

Briggs si riferisce al 2015, mal digerito. E che l’australiano sia dalla parte di Valentino è pacifico: Alex garantisce che Rossi è quello che appare, che ha la testa del vincente, che vorrebbe vincere qualsiasi sfida e chissà, dovesse nascere un team VR46 in MotoGP e arrivasse la chiamata, anche per l’australiano sarebbe difficile resistere.

E a proposito di Rossi, c’è anche Valentino nella galleria dei famosi che metteranno all’asta l’autografo “certificato”.

Autografi certificati all’asta

Già, perché i collezionisti di autografi non cedono alle lusinghe del selfie, anzi seguitano a credere nel fascino della firma, tanto che Galileum Autografi, in collaborazione con la Associazione Autografi (che sono i periti calligrafi certificatori) ha organizzato la prima “asta di autografi contemporanei”. Saranno centoventi i pezzi pregiati (e naturalmente certificati) e tantissimi i personaggi coinvolti, di ieri e di oggi.

Nella stanza dello sport c’è la maglia autografata da Marco Pantani e ci sono le firme di Schumi, di Pablito Rossi e molte altre, oltre a quella di Valentino. Nelle stanze della musica e dello spettacolo compare l’autografo della Callas e quello della Magnani, di Totò ma anche di Vasco Rossi e Dustin Hoffman. E ancora ci sono firme di premi Nobel, noti chef, grandi giornalisti. Una parte del ricavato andrà alla Fondazione Meyer di Firenze, in particolare al reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale. Per info: www.galileumautografi.com.