Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
E se smettessero entrambi? Valentino Rossi (41 anni, 89 vittorie) e Andrea Dovizioso (34 anni, 14 vittorie) sono, assieme a Giacomo Agostini, i piloti italiani che hanno conquistato più successi in 500/MotoGP: senza dubbio, sono i nostri campioni più rappresentativi. Prima o poi, come è naturale che sia, smetteranno di correre: potrebbero addirittura farlo insieme, alla fine del 2020. Per motivi differenti ma, come in matematica, cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia: se dovesse accadere, sarebbe un duro colpo per il motociclismo italiano (e non solo).
Cominciano da Valentino. Il tempo stringe, in settimana, o al più tardi nella prossima, bisognerà arrivare a una decisione. Per Rossi non ci sono problemi di contratto, anche se qualcuno ipotizza alcune difficoltà di intesa con il team Petronas. Per quanto ne so io non è così: Rossi ha un accordo chiaro con Yamaha, se vuole continuare un posto per lui c’è, con condizioni già stabilite.
E allora, perché non è già stato firmato il contratto? Perché, per la prima volta da quando ha iniziato a correre, Valentino, forse, sta pensando a cambiare vita.
I lunghi mesi di clausura obbligata hanno fatto capire al campionissimo che non ci sono solo le moto, che si può anche vivere d’altro: è un elemento nuovo per lui. E per la prima volta, VR46 ha affrontato l’argomento (“Smettere sarà molto triste. Se penso a quel giorno ho solo sensazioni negative. Di grande tristezza. Certo, lasciare le corse senza pubblico, senza fan, senza i tifosi potrebbe essere più semplice. Prenderò la mia decisione con serenità e la condividerò subito con i miei tifosi” ha dichiarato recentemente).
Ecco, è “quel lasciare le corse senza pubblico potrebbe essere più semplice” a preoccupare un po’. Per quanto si sa, Rossi non ha ancora preso una decisione e basta tornare indietro di pochi mesi, agli ultimi test in Qatar, per rivedere un Valentino entusiasta e con una gran voglia di continuare (“Solo, però, se sarò competitivo”). Quel Rossi non aveva dubbi, pensava solo a correre in moto, mentre il Rossi di oggi pensa anche a qualcos’altro. Personalmente, continuo a credere che Valentino sarà in pista anche nel 2021, ma per la prima volta ho qualche dubbio anch’io.
Per Andrea il discorso è molto differente, sia per l’età che per le prospettive future: fino a prova contraria, AD04 è un pilota competitivo, senza troppi dubbi sulla sua velocità. Ma a differenza di Rossi, Dovizioso non ha un attaccamento morboso alla MotoGP, tutt’altro: chi ha visto il suo docu-film avrà sicuramente notato come Andrea viva certe situazioni dentro al box con grande fatica. Dovizioso, come Rossi, non ha problemi di contratto: Ducati, giustamente, lo vuole a fianco di Jack Miller. Ma a quali condizioni?
Secondo gli uomini di Borgo Panigale bisogna solo trovare l’accordo economico, ma conoscendo il Dovi potrebbe non essere questo l’ostacolo principale. Io credo che se fosse solo una questione di soldi, si sarebbe già arrivati all’ovvio rinnovo, perché, come detto tante volte, la Ducati ha bisogno di Dovi e Dovi ha bisogno della Ducati. In passato, Andrea ha dimostrato di sapersi “accontentare” pur di correre con la “rossa”, ma adesso non sembra più disposto a farlo: vorrebbe che gli venissero riconosciuti i meriti nella crescita di competitività della Desmosedici, e per la conquista di risultati che nessun altro in Ducati ha saputo ottenere (nemmeno Jorge Lorenzo).
Questo però, secondo il pilota, non avviene e la voglia di dedicarsi a tempo pieno alla sua vera passione – il motocross – cresce giorno dopo giorno: come per Rossi, anche per Dovizioso il periodo di “quarantena” gli ha forse fatto capire di poter benissimo vivere senza la MotoGP. Anche in questo caso non ci sono certezze, stiamo parlando solo di sensazioni.
Spero proprio di sbagliarmi.