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Nel futuro di Valentino Rossi c’è la MotoGP. O nei panni di sempre, che ormai indossa da oltre 25 anni, oppure in quelli, decisamente più comodi, ma non meno impegnativi, di team manager di una squadra che porterà il suo nome, sempre in MotoGP. “Non nascondo - ha raccontato Alessio Salucci, Uccio, ai microfoni di Sky - che è qualcosa a cui stiamo lavorando da più di un anno ormai. Sapevamo che sarebbe stato il traguardo di un percorso, ma non pensavamo che tutto sarebbe avvenuto così rapidamente e che i nostri pilotini sarebbero diventati così bravi da meritare presto la MotoGP. Da un lato siamo orgogliosi, dall’altro siamo preoccupati. Perché è vero che abbiamo esperienza in Moto3 e Moto2 con un nostro team, ma la MotoGP è tutta un’altra cosa, anche in termini di costi. L’impegno è gravoso e a lungo termine, quindi dobbiamo studiare bene tutto”.
Le trattative, ormai è cosa nota, sono avviate da tempo, ma al momento sembra non esserci nulla da ufficializzare. Anche perché lo stesso Valentino Rossi non avrebbe ancora deciso se chiudere davvero il conto con la carriera di pilota alla fine del 2021. “Vale - ha proseguito l’inseparabile amico Uccio - deciderà dopo sei o sette gare se smettere o no”.
Tutto, quindi, dipenderà dai risultati, dai feedback che il nove volte campione del mondo riuscirà ad avvertire in pista, spostando di un anno le decisioni che sembravano già prese relativamente al 2020.
Con Petronas non c’è una vera e propria opzione per il 2022, ma le porte per proseguire anche dopo questa stagione sono aperte, come è stato più volte dichiarato in seguito alla firma del contratto con il team malese. In ogni caso, quindi, per Valentino Rossi il futuro potrebbe portare ancora il marchio di Yamaha. “Per il team - ha infatti concluso Alessio Salucci - non abbiamo deciso nulla e non ci sono accordi con i costruttori. E’ chiaro che il nostro cuore dice Yamaha, ma stremo a vedere”.