Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
La gara MotoGP per Mugello ha visto la prima vittoria di Danilo Petrucci sulla Ducati GP19. Nelle qualifiche Marc Marquez ha conquistato la pole position stabilendo il nuovo giro record (1’ 45.519). Prima del GP si è anche parlato del dosso alla fine del lungo rettilineo del traguardo che disturba la stabilità delle moto ad alta velocità, con alcuni piloti che hanno sollevato la discussione sul tema della sicurezza.
Se il giro veloce è l’indice prestazionale migliore in un GP, quello che le gare le fa vincere e che mostra l’equilibrio migliore di una moto, la punta velocistica che una MotoGP può esprimere rimane un punto di forza irrinunciabile durante le gare. A Borgo Panigale lo sanno bene, anche se quest'anno la Honda HRC è cresciuta nella velocità di punta.
Dosso o non dosso, e nonostante l’effetto deportante delle ali montati sulle carenature che aumentano la resistenza aerodinamica, la velocità massima è stata leggermente ritoccata verso l’alto.
Durante le FP3, Andrea Dovizioso ha infatti raggiunto la velocità massima di 356,7 km/h, prima della staccata che porta alla curva San Donato, incrementando di un soffio la prestazione record che già aveva ottenuto l’anno scorso.
Il rettilineo principale del Mugello lungo 1.141 metri, unito alla veloce uscita dalla curva della Bucine che lo precede, è alla base di questo numero impressionante nei confronti degli altri circuiti del motomondiale.
Nel 2010, con un regolamento tecnico diverso ma sempre con motore 1.000 cc, fu sempre una Ducati a raggiungere i 345,7 orari e nel 2016 Andrea Iannone, sulla Desmosedici GP con le ali, raggiunse i 354,9 km/h. Da quel GP in poi le prime sette velocità massime registrate al Mugello appartengono tutte a piloti su Ducati.
Quest’anno il passaggio al motore a tre cilindri Triumph 765 cc, in luogo del precedente quattro cilindri Honda 600, ha regalato alle Moto2 più cavalli e soprattutto più coppia. Anche in termini di velocità massima il beneficio è stato naturalmente evidente.
Tanto che per la prima volta proprio al Mugello è stato rotto il muro dei 300 orari per una Moto2. Durante le FP2, Nicolò Bulega ha portato la sua Kalex al limite di 300,6 km/h. Dieci chilometri all’ora in più rispetto ai 290,4 km/h fatti registrare da Lorenzo Baldassarri nel 2018.
Il circuito di Montemelò, Barcellona, dove la MotoGP arriverà fra due settimane, è il secondo nella graduatoria delle velocità massime: l’anno scorso Dovizioso ha raggiunto sulla pista spagnola i 348,8 km/h durante le FP2.
Al terzo posto di questa particolare graduatoria si pone il circuito delle Americhe di Austin: nel GP di quest’anno Jack Miller (ancora su una Ducati) ha stabilità la punta massima in 346,9 km/h.
Segue la stupenda pista australiana di Phillip Island, con Danilo Petrucci (Ducati) che l’anno scorso in gara ha segnato la top speed di 341,8 km/h.
E’ risaputo come le monoposto di Formula 1 siano i veicoli più rapidi nel giro di pista: potenza motoristica, carico aerodinamico, superficie dei pneumatici e potenza frenante sono di assoluto riferimento (regolamenti tecnici permettendo). Tuttavia la configurazione aerodinamica ottimizzata in funzione della migliore percorrenza di curva penalizza la punta massima velocistica, che altrimenti potrebbe essere ben superiore.
Ma quando i rettilinei non sono particolarmente lunghi, e contano invece la velocità di uscita dalle curve e le doti di accelerazione, allora le cose si possono rimescolare
Vediamo le velocità massime a confronto fra MotoGP e Formula 1 nelle quattro piste in comune ai due campionati del mondo.
Ad Austin la top speed migliore per una F1 dei tempi recenti è di 340,1 km/h (Sergio Perez, Force India, nel 2017) contro i prima ricordati 347,9 di Petrucci nel 2018.
A Barcellona la punta massima è stata ottenuta da Daniel Ricciardo (Red Bull) l’anno scorso con 338,1 km/h, contro i 348,8 di Dovizioso sempre nel 2018
La Formula 1 è invece prima a Silverstone e Zeltweg: in Inghilterra la Ferrari di Kimi Raikkonen ha toccato i 346,8 orari nel 2017, contro i 330 della Ducati di Petrucci nel 2018.
E al Red Bull Ring, Austria, ancora con il ferrarista Raikkonen una F1 ha ottenuto la velocità record nel 2017: 327,6 km/h contro i 315,8 registrati dalla Ducati di Andrea Dovizioso l’anno scorso.