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Rimbalzano sul web due interviste che, messe insieme, suggeriscono interpretazioni interessanti. Nella prima, Maio Meregalli sul sito Motosport-Total.com parla di Valentino e afferma che il nove volte campione del mondo è consapevole che per sfruttare la M1 al cento per cento dovrà cambiare il suo stile di guida; nella seconda, Maverick Viñales confida ad Autosport.com che per stile di guida si sentirebbe tagliato per la Ducati. Vista così, la faccenda potrebbe portare a una conclusione clamorosa: Yamaha è nella mani dei piloti sbagliati? Naturalmente si fa per giocare, passatempo utile di questi tempi. I lettori più attenti ricorderanno bene che nelle recenti interviste fatte da Giovanni Zamagni agli stessi personaggi, Meregalli e Vinales, i concetti erano già stati espressi con chiarezza: il manager Yamaha aveva detto a Zam che Valentino avrebbe dovuto lavorare sulla guida, perché la M1 nelle mani di Viñales e Quartararò aveva espresso un grande potenziale; mentre da parte sua Maverick aveva confermato a Giovanni che era stato molto vicino a firmare con la Ducati per il prossimo biennio, anche perché si sentiva tagliato per la guida del V4 italiano.
Poi è andata come era logico che andasse, e come tutti sappiamo: Yamaha ha fatto sentire a Viñales la totale fiducia, il contratto biennale è stato siglato e Ducati si è dovuta arrendere. Maverick ora precisa meglio come nacque la tentazione Ducati.
“Intanto ho certamente un bel rapporto – ha detto lo spagnolo ad Autosport - con i dirigenti della Rossa. E poi penso che quella sia una moto davvero completa e che si adatterebbe abbastanza bene al mio stile di guida. Ti permette di frenare molto tardi, ma in tempo utile per percorrere la curva. E questo è uno dei fattori che è un po’ mancato a Yamaha negli ultimi anni”.
Interessante analogia. Anche Valentino Rossi si riferisce spesso a frenata e inserimento. E’ stato detto e si sa che il Dottore ha lavorato a fondo per rendere più scorrevole il suo modo di guidare e sfruttare meglio la moto. Evidentemente la M1, in abbinamento con i pneumatici Michelin, non offre quella solidità all’avantreno che entrambi i piloti ufficiali hanno cercato e seguitano a cercare. E’ un problema che anche il nostro ingegner Bernardelle ha evidenziato spesso in DopoGP, sottolineando che la Yamaha soffre più in quell’area che non nell’eccesso di grip al retrotreno.
“Quando confrontiamo i dati di Vale con quelli di Viñales e Quartararò, le impostazioni sono simili - ha spiegato Maio Meregalli anche a Motorsport-Total.com - mentre ciò che cambia è il modo in cui guidi. Cercheremo sicuramente di aiutarlo nelle regolazioni della moto e dell’elettronica per affrontare questo problema: Vale ha cambiato il modo di guidare più volte, e lo farà sicuramente di nuovo. Abbiamo iniziato a utilizzare di nuovo il freno posteriore sul manubrio e voleva anche usarlo sulla R1 con cui si allena, proprio per abituarsi”.
Ora tutto è fermo, purtroppo, e non sappiamo quanto questa pausa lunga e inattesa nuocerà a Valentino e alla sua voglia di cambiare ancora stile di guida. Rossi ha una grande esperienza ed è abituato a studiare a fondo, insieme ai suoi tecnici, anche le telemetrie degli altri piloti Yamaha, per capire dove perde terreno. Lo fa spesso fino a tarda notte, durante le sessioni di prove.
Anche lui si sarà certamente reso conto che, alla fine, la guida più adeguata alla M1 è quella di Fabio Quartararò, il pilota che istintivamente è poco aggressivo sull’avantreno e fa scorrere la moto. Anche se poi tutto questo non basta: sul giro secco puoi essere il più veloce del mondo, ma se non hai la velocità dei concorrenti in rettilineo, e la tua traiettoria ideale di curva è occupata, resti fatalmente indietro.