MotoGP. Yamaha ha la moto per battere la Honda?

MotoGP. Yamaha ha la moto per battere la Honda?
Giovanni Zamagni
I test di Sepang lascia i piloti Yamaha soddisfatti ma non offre certezze se le M1 potranno competere con le Honda di Stoner e Pedrosa. Vediamo di analizzare la situazione | G. Zamagni
7 marzo 2012

Tante prove in Casa Yamaha a Sepang. Sia Jorge Lorenzo sia Ben Spies hanno provato un motore “step2” (lo “step1” era stato testato a inizio febbraio) che si dice, tra l’altro, sia dotato di un cambio simile a quello della Honda e di sviluppi elettronici per migliorare l’accelerazione.


Jorge Lorenzo


Novità che sono particolarmente piaciute a Lorenzo, che al termine del secondo giorno si era lasciato andare in un commento decisamente positivo.
«Difficilmente si riescono a fare dei miglioramenti, ma questa volta abbiamo fatto un passo in avanti importante». Poi, però, al termine dei tre giorni e dopo aver disputato una convincente simulazione gara, Jorge ha detto che: «Per essere a livello di Stoner e Pedrosa ci mancano un paio di decimi di passo».

Per la prova di durata, il tre volte campione del mondo ha utilizzato la M1 con il motore step2, con la nuova elettronica, ma con il telaio vecchio, perché quello nuovo provato non lo ha convinto completamente.
«In questo test – continua Jorge – siamo stati più efficaci rispetto al primo, ma non siamo completamente a

Lorenzo: Dobbiamo migliorare sia in frenata sia in accelerazione e anch’io non sono ancora al 100% fisicamente

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posto. Dobbiamo migliorare sia in frenata sia in accelerazione e anch’io non sono ancora al 100% fisicamente. La simulazione della gara è stata dura, anche perché le nuove Bridgestone entrano subito in temperatura, ma dopo cinque giri calano e nel finale la moto scivolata tanto: per noi piloti sarà più difficile, però sono convinto che le gare saranno più spettacolari ed emozionanti nel finale. Probabilmente bisognerà cambiare un po’ la guida ed essere ancora più morbidi».

Nakajima, responsabile del progetto M1

Nakajima, da anni responsabile del progetto M1, spiega in che direzione ha lavorato la Yamaha.
«Ci siamo concentrati sull’accelerazione, modificando le caratteristiche del motore per
Masahiko Nakajima
Masahiko Nakajima

renderlo più facile da gestire. Poi ci siamo occupati dell’elettronica, in particolare del Traction Control e del freno motore; per il momento, però, è sempre la vecchia generazione: ne stiamo studiando una completamente nuova, che però, temo, non arriverà prima di metà campionato. La useremo solamente quando saremo sicuri che è affidabile e che dà dei vantaggi. Come prestazioni, non siamo ancora a livello della Honda: dobbiamo ridurre lo svantaggio. Dobbiamo anche riuscire ad avere più connessione tra gas e ruota posteriore, in modo che scivoli meno in accelerazione. Per quanto riguarda il telaio, abbiamo cambiato sia la rigidità sia il bilanciamento: anche noi soffriamo per il chattering, ma non è così fastidioso».

Il responsabile tecnico della Yamaha svela quale sarà il lavoro nei prossimi test a Jerez dal 23 al 25 marzo.
«I sei giorni a Sepang sono serviti per scegliere la direzione da seguire, mentre a Jerez proveremo soprattutto in funzione della prima gara in Qatar, con l’obiettivo di trovare una messa a punto di base competitiva».

 

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