MotoGP2018, il GP di Austin da 0 a 10

MotoGP2018, il GP di Austin da 0 a 10
Da zero a dieci: numeri, statistiche e voti sul GP delle Americhe, un modo per ripercorrere quanto accaduto ad Austin, non solo in pista e non solo in MotoGP
26 aprile 2018

UNA GARA DECISAMENTE DIFFICILE

Tra le tre gare disputate fino ad oggi in MotoGP, quella di Austin è stata decisamente la più difficile per Franco Morbidelli, che dopo essere arrivato 12° in Qatar e 14° in Argentina, questa volta non è riuscito a conquistare nemmeno un punto, chiudendo 21°, ultimo tra i piloti arrivati al traguardo. Un passo in dietro rispetto alle prime due gare, non solo per il risultato, ma per il rendimento globale.

ZERO, COME I PUNTI CONQUISTATI DA MORBIDELLI

 

PISTA SPORCA, I PILOTI STANNO PIU’ ATTENTI

Venerdì mattina, l’asfalto era particolarmente sporco, tanto che le moto, in rettilineo, sollevavano un sacco di polvere. «Sembrava di essere al Ranch» ha scherzato dopo le libere Valentino Rossi. Quando la pista è per qualche motivo più pericolosa del solito, i piloti vanno inevitabilmente più piano, tenendosi più margine. Di conseguenza si cade pochissimo: in tre turni di FP1 c'è stata una sola caduta, quella di Pecco Bagnaia, tra l’altro piuttosto violenta, ma, fortunatamente, senza gravi conseguenze.

UNO, COME LE CADUTE NELLE FP1

 

COME VIÑALES NEL 2016

Grazie al terzo posto conquistato da Andrea Iannone la Suzuki ha conquistato il secondo podio consecutivo, dopo il terzo posto ottenuto da Alex Rins in Argentina. L’ultima volta che la Suzuki era riuscita ad arrivare al traguardo nei primi tre per due volte consecutive era stato nel 2016, quando Maverick Viñales aveva finito terzo sia in Giappone che in Australia.

DUE, COME I PODI CONSECUTIVI DELLA SUZUKI

 

MONOPOLIO TRICOLORE

La Moto2 continua a parlare italiano: in Texas, infatti, è arrivata la terza vittoria consecutiva di un nostro pilota. Era già successo nel 2017 che l’inno di Mameli suonasse nei primi tre GP: l’anno scorso era stato sempre Franco Morbidelli a salire sul gradino più alto del podio, quest’anno sono stati Pecco Bagnaia (due volte) e Mattia Pasini a riuscirci. Tra l’altro, su nove posti complessivamente disponibili sul podio, fino ad oggi ne abbiamo conquistati quattro. Non male...

TRE, COME LE VITTORIE IN MOTO2

 

PAROLE FUORI LUOGO

In Texas, Randy Mamola è stato inserito nella “Hall of Fame”, la prestigiosa istituzione creata per valorizzare le leggende del motociclismo. Una scelta che è stata contestata da Johann Zarco.
«Onestamente non mi sembra giusto che Randy diventi una leggenda, perché non ha vinto un mondiale. Questo toglie importanza alla MotoGP. Naturalmente per tutti noi è un grande perché ha fatto cose incredibili, ma toglie valore ai titoli vinti dagli altri piloti» ha detto giovedì durante la conferenza stampa quando gli è stato chiesto un parere al riguardo. Ora, si può anche essere d’accordo in linea di massima con quanto sostenuto dal francese, che però ha usato parole e, soprattutto, un tono, inopportuni.

QUATTRO A JOHANN ZARCO

 

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NESSUNO E’ SCIVOLATO PIU’ DI LUI

Cadendo al primo giro, Sam Lowes ha sprecato un’occasione importante per conquistare un ottimo risultato su una pista dove è sempre andato forte, e dove la KTM si è dimostrata competitiva. Per Lowes è la quinta caduta da inizio stagione: nessuno è scivolato più di lui nelle tre categorie. In MotoGP i piloti che sono caduti di più fino adesso sono Pol Espargaró e Alex Rins, con tre cadute; in Moto3 il poco invidiabile primato spetta a Darryn Binder, con 4 scivolate.

CINQUE, COME LE CADUTE DI LOWES

 

UNO SOLO AL COMANDO? SOLO IN TEXAS

Per la prima volta in questa stagione, un pilota ha vinto in MotoGP rimanendo in testa dal primo all’ultimo giro. Fino ad oggi sono già sei i piloti che hanno percorso almeno un giro in testa in MotoGP: Márquez (26); Zarco (19); Miller (11); Dovizioso (5); Crutchlow (4); Rins (1). In Moto2 sono 4: Bagnaia (26); Pasini (21); Márquez (12); Baldassarri (2). Idem In Moto3: Bezzecchi (27); Martin (22); Di Giannantonio e Canet (3).

SEI, COME I PILOTI IN TESTA PER ALMENO UN GIRO

 

IN MOTO2 UN SECONDO FA UNA GRANDE DIFFERENZA

Non sono state qualifiche troppo equilibrate in MotoGP, vista la grande velocità di Marc Márquez, con “soli” sette piloti (Márquez, Viñales, Iannone, Zarco, Rossi, Lorenzo e Crutchlow) racchiusi in un secondo. Stesso numero per la Moto3, mentre in Moto2 tra il primo e il 17esimo c’era un secondo netto di differenza: pazzesco.

SETTE, COME I PILOTI IN UN SECONDO IN Q2 IN MOTOGP

 

SOLO MÁRQUEZ SI RIPETE

In MotoGP sono sempre di più i piloti che potenzialmente possono salire sul podio: i nove posti fino ad ora disponibili sono stati conquistati da ben otto piloti. Nel dettaglio: Dovizoso, Márquez e Rossi in Qatar; Crutchlow, Zarco e Rins in Argentina; Márquez, Viñales e Iannone in USA. Fino ad oggi, dunque, solo Márquez è riuscito a ripetersi sul podio.

OTTO, COME I PILOTI SUL PODIO IN MOTOGP

 

 

UN GRANDISSIMO PILOTA

Il successo in USA è stato ancora più significativo di quello in Qatar, perché ottenuto dopo una bruttissima caduta (nelle FP1) su una pista a lui poco congeniale in passato, e quindi non da favorito. Pecco Bagnaia si conferma un grandissimo pilota (meritava 10, ma era già occupato…)

 

NON SI BATTE MÁRQUEZ, NON SOLO IN TEXAS

In Texas, Marc Márquez ha conquistato la sua sesta vittoria consecutiva su sei GP delle Americhe disputate su quel tracciato. Márquez è quindi imbattuto in Texas, ma, più in generale, lo è negli Stati Uniti: su 10 GP disputati tra Austin, Laguna Seca e Indianapolis in MotoGP, ne ha infatti vinti 10. In totale, Marc ha trionfato 12 volte negli Stati Uniti.

DIECI, COME LE VITTORIE DI MÁRQUEZ NEGLI STATI UNITI