Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Il sito MotoGP.com pubblica i dati delle cadute per la stagione appena conclusa e annuncia che il numero complessivo è calato considerevolmente: sono state 971 in totale, cioè 106 in meno rispetto alle 1077 del 2018. E’ un dato significativo, considerando che l’anno scorso c’era stata una gara in meno con la cancellazione di Silverstone per le proibitive condizioni meteo. La costante riduzione delle cadute -dice Dorna- è il risultato delle efficaci misure di sicurezza. Questa è una affermazione che merita un approfondimento.
E’ certamente vero che la cura e il progresso delle piste, come quelli delle moto e dei controlli elettronici, può essere stato protagonista nel contenimento del rischio di caduta. Si è proceduto nella direzione giusta, come per il livello di protezione garantito dall’attuale abbigliamento, dall’airbag, dai caschi, dagli air fence, dagli spazi eccetera; ma se le cadute, specie per la MotoGP, sono state meno frequenti, crediamo che la maggiore confidenza delle gomme abbia avuto un certo peso, oltre naturalmente alle condizioni meteorologiche e al livello di grip sulla pista. Di fatto, la cosa più importante è che, nonostante la drammaticità di qualche volo, specie negli incidenti di gara in gruppo, nel 2019 nessuno dei piloti si sia fatto seriamente male. Anche se Lorenzo purtroppo ci è andato vicino.
Tornando ai numeri, i piloti della top class hanno registrato un totale di 220 cadute contro le ben 303 dell’anno precedente, mentre i protagonisti della Moto2 sono finiti a terra in 347 occasioni (e un anno fa erano a quota 418). Per la categoria più piccola Dorna non comunica i totali, ma facendo due conti salta fuori l’inghippo: 404 cadute l’ultimo anno contro le 356 nel 2018, come dire che in Moto3 c’è stata una (non dichiarata) controtendenza.
In top class, a parte i piloti che hanno partecipato soltanto ad alcuni eventi (come Lecuona, Kallio e Pirro), scopriamo che anche questa volta è Andrea Dovizioso quello caduto il minor numero di volte durante tutto il campionato: il romagnolo è finito a terra soltanto in quattro occasioni, anche se il brutto volo di Silverstone in agosto, nelle prime fasi della corsa, aveva fatto temere conseguenze serie. Fabio Quartararo e Maverick Viñales sono usciti di scena sei volte ciascuno. I piloti finiti più spesso a terra, quelli che contano il maggior numero di cadute nella stagione, sono invece nell’ordine Johann Zarco con 17 incidenti, Jack Miller con 15 e Marc Marquez che è caduto molto meno rispetto al passato (una cinquantina di cadute nel biennio precedente…) ma quest’anno è comunque arrivato a quota 14. Valentino Rossi è andato a terra otto volte.
Prendendo in considerazione i piloti impegnati in tutti gli appuntamenti del campionato Moto2, Brad Binder sembra Dovi: è l’unico ad essere caduto quattro volte, mentre Nicolò Bulega e Bo Bendsneyder sono finiti a terra sei volte ciascuno. All’opposto, i piloti caduti più spesso sono Sam Lowes (20), Marco Bezzecchi (18) e Xavi Vierge (17). Infine, per quanto riguarda la Moto3 e senza tenere conto delle wildcards, Stefano Nepa ha iniziato la stagione a Jerez ed è in testa con solo tre sole cadute, seguito dalle sei fatte da Kornfeil, Fenati e Ramirez. I protagonisti usciti di scena il maggior numero di volte sono invece Tom Booth-Amos (22), Can Öncü (21) e Kaito Toba (19).
Per quanto riguarda i circuiti, il MotorLand di Aragon ha registrato soltanto quindici cadute. E’ dunque risultata la pista meno impegnativa per i piloti, sotto questo punto di vista; seguono il Red Bull Ring austriaco (34) e Silverstone (36). Al contrario Le Mans è la maglia nera in questa classifica con ben 90 voli registrati, seguita da Barcellona e Phillip Island con 73 cadute ciascuno.