Nelle prove al Mugello Rossi è il più veloce ma Lorenzo è il più costante

Nelle prove al Mugello Rossi è il più veloce ma Lorenzo è il più costante
Un copione già visto, Rossi (in versione mohicana) velocissimo davanti a un Lorenzo che oltre a fare più giri di tutti ha anche un ritmo impressionante. Capirossi terzo prima di scivolare. Stoner di nuovo a terra | G. Zamagni, Mugello
4 giugno 2010


SCARPERIA – Pochi minuti e Valentino Rossi è già davanti a tutti. E ci rimarrà fino alla fine, anche grazie all’utilizzo di una gomma morbida al posteriore, unico a montarla tra i primi della classifica. Vederlo guidare al Mugello è sempre uno spettacolo, anche perché la Yamaha si conferma come la moto più equilibrata: non a caso, ci sono quattro M1 ai primi sei posti. Così come non è un caso che alle spalle di Rossi ci sia Jorge Lorenzo, che, come suo solito, ha inanellato una serie pazzesca di giri veloci.

La sensazione è sempre la stessa: Jorge sembra già a posto per la gara. Evidentemente, non ha bisogno di tanti stravolgimenti di messa a punto, ma, piuttosto, riesce adattarsi al meglio a quello che ha: lui sale in moto a inizio turno e mette sempre insieme più giri di tutti (27 in questo caso), guidando a un ritmo pazzesco.
«Non sarà solo una sfida in casa Yamaha» aveva detto alla vigilia, ma le prime prove libere dicono che, ancora una volta, Rossi e Lorenzo (non necessariamente in questo ordine) sono i candidati principali a salire sul gradino più alto del podio.

Più tardi, quando Rossi parlerà alla stampa, capiremo le reali condizioni della sua spalla destra, che, stando al cronometro, non sembra dare troppi problemi al nove volte iridato, nove volte vincitore su questo tracciato. Certo è che, al di là della brutta impressione fatta ieri in conferenza stampa, Valentino è sceso in pista bello determinato, con un taglio di capelli aggressivo che la dice lunga sul suo stato d’animo.

In un Mugello desolatamente vuoto (biglietti troppo cari?), la prima sorpresa arriva dopo appena sette minuti: Casey Stoner frena una decina di metri più tardi (secondo il team manager Vitto Guareschi) alla Bucine, l’ultima curva prima del traguardo, finisce nella sabbia e cade per la quarta volta in quattro GP, dopo le scivolate in Qatar (gara), Jerez (primo turno di libere), Le Mans (gara). Una scivolata banale e assolutamente innocua per il fisico, ma chissà quanto deleteria per il morale. Davvero un brutto momento per Casey, che infatti chiude le libere con un mediocre settimo posto a ben 1”377 da Rossi: un abisso per uno che ci aveva abituato ad entrare in pista e a rifilare palate di decimi ai rivali. In queste prove, l’australiano ha anche utilizzato la forcella 2009, «diversa – spiega Guareschi – nella progressione degli ultimi 15 mm di escursione»: Stoner e la Ducati le stanno provando tutte per tornare ai fasti del passato, anche se, più che tecnici, diciamo la verità, i problemi sembrano psicologici.

La grande competitività della Yamaha ha fatto risorgere Colin Edwards (quarto a 1”), mentre il suo compagno di squadra ha chiuso al sesto posto a 1”253: davvero impressionante quanto fatto da Ben Spies, al debutto al Mugello, considerata unanimemente come una delle piste più difficili del mondo. Ma Spies ha già dimostrato di adattarsi alla svelta e il suo inizio promette davvero bene.

Loris riesce ancora a fare la differenza: potrebbe essere la sorpresa positiva di questo GP

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Così come quello di Loris Capirossi, al di là della caduta a -1’50, un attimo dopo aver conquistato il terzo tempo provvisorio: il Capi, che qui va sempre fortissimo, è scivolato all’ingresso della San Donato, la prima curva, per essere entrato troppo piegato con i freni ancora tirati. La Suzuki è quello che è, ma in certe occasioni, e il GP d’Italia è una di quelle, Loris riesce ancora a fare la differenza: potrebbe essere la sorpresa positiva di questo GP.

Al di sotto delle aspettative, invece, l’ottavo posto di Andrea Dovizioso, con Daniel Pedrosa quinto: il Dovi ha provato una nuova configurazione di elettronica, utilizzando anche il freno posteriore al manubrio, da azionare con il pollice sinistro, come faceva ai suoi tempi Mick Doohan.
Dodicesimo tempo per Marco Simoncelli proprio davanti al compagno di squadra Marco Melandri: per entrambi, un inizio in salita.
 
Foto: Visordown.

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