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Ciao a tutti! Non c’è niente di più bello che assistere di persona ai nostri Gran Premi, in Italia. Era bellissimo e solenne andare a Monza negli anni Sessanta, l’urlo delle pluricilindriche non riusciva a coprire del tutto il rombo cupo delle grosse mono, soltanto una curva da vedere, i piloti in tuta nera erano miti, sei gare dalla 50 ai sidecar. Poi Imola con il colore, le piadine, la neve che veniva giù dai pioppi, le tribune piene di allegria, in pista meno velocità ma più battaglia. E Misano, neanche una pianta per una tregua d’ombra ma mezza pista sotto gli occhi. E il Mugello, prima un nastro d’asfalto perfetto ma pericoloso e in un contesto fatiscente; poi sempre più sicuro, curato, festoso, agitato, spettacolare. Ma caro. Troppo.
Era da anni che i motociclisti si lamentavano per l’esorbitante costo del biglietto. Nelle ultime edizioni circolavano volantini che invitavano tutti a disertare: “basta, si è passato il segno, diamogli una lezione”. Ma poi la voglia di esserci ha sempre prevalso. Ogni volta a dire no, quest’anno stiamo a casa, spendiamo meglio i nostri soldi, magari andiamo al mare oppure andiamo a girare in pista una volta di più; ma ogni proponimento vacillava man mano che la data della corsa si avvicinava, e alla fine tutti lì, sui prati, tra i camper che tolgono la visuale e il fumo delle grigliate che ti soffoca. A tifare, a gridare e a spendere troppo.
La crisi che avanza, Valentino che resta indietro, pochi italiani vincenti, lo slittamento a metà luglio. Quale è stata la causa dominante del mezzo flop di questa edizione? Forse tutte queste insieme. La domenica si
La crisi che avanza, Valentino che resta indietro, pochi italiani vincenti, lo slittamento a metà luglio. Quale è stata la causa dominante del mezzo flop di questa edizione?
aspettavano i soliti ottantamila e, al di là delle dichiarazioni ufficiali, si sarà presentata la metà, o anche meno. Prati semideserti, tribune disabitate, uno spettacolo triste da guardare anche alla televisione. Belle gare, tutte e tre, finalmente proprio belle; ma poca gente a vederle dal vivo.
Novanta euro il prezzo minimo per la domenica. Il prato. E poi su, fino agli oltre duecento per le migliori tribune. Sicuri che sia l’unica strada? In Portogallo, a maggio, ci hanno riflettuto sopra e alla fine hanno deciso: il prato a venti euro. Hanno fatto il pieno a dispetto dei tempi magri, hanno guadagnato il giusto, hanno dato un bel segnale di responsabilità e fatto una bella promozione al motociclismo. Noi no, gli italiani sono più ricchi, o sono più fessi, chissà, comunque “vedrai che alla fine vengono tutti di sicuro, come sempre”. Risultato? Chi non c’era domenica scorsa, per anni non torna più sul divano di casa già soffriva di lontananza, poi ha visto le immagini e si è depresso anche di più. Bel servizio al nostro sport.