Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Ciao a tutti! Non serve dirvi quanto mi abbia entusiasmato la gara di Aleix Espargaro, con una di quelle rimonte che richiamano il passato e la storia. Se Fabio Quartararo non l’avesse centrato al quinto giro, Aleix Espargaro avrebbe vinto il GP d’Olanda? Nessuno può dirlo. Non lo dice nemmeno il diretto interessato, che fino a sabato non aveva esattamente lo stesso passo di Bagnaia e Quartararo e poi la domenica si è ritrovato, con un certo stupore, a volare come il vento. Certo, nel finale ha recuperato quasi cinque secondi sul vincitore in soli sette giri, ma quel vincitore controllava, non aveva alcuna voglia di sbagliare e non gli serviva forzare.
Sono tante le cose belle legate alla domenica del numero 41: la prestazione spettacolare, la gioiosa e fresca sportività del dopogara con le scuse dell’amico francese, la grande competitività dell’Aprilia. E infine la scoperta che nella moderna MotoGP ci si può ancora produrre nei sorpassi. Nonostante le ali che vorticano, le gomme che scaldano, i dischi freno che scottano e gli avambracci che scoppiano. Nonostante, insomma, che la top class sia diventata piatta da una parte –livellata artificiosamente nei suoi valori- e spigolosa dall’altra: oggi, per fare la differenza, i piloti devono forzare e prendersi dei rischi in più.
Bravo Aleix! Undici sorpassi nel 2022 valgono una vera impresa. Anche Valentino e Marquez sono stati dei grandi “rimontatori”, ma fino a pochi anni fa era un po’ più facile, non c’era questo equilibrio tra le moto. E il doppio attacco all’ultima esse dell’ultimo giro –con il passaggio simultaneo di Binder e Miller in lotta tra loro- valeva il biglietto. A proposito: oltre centomila biglietti venduti ad Assen per la sola domenica…
E c’è un aspetto della faccenda che mi piace sottolineare. Vedere tutte queste moto italiane lì davanti, due Ducati poi due Aprilia e quindi due Ducati con l’eccezionale inserimento della KTM di Binder al quinto posto, inorgoglisce e riporta alla memoria antiche sfide tra Borgo Panigale e Noale. Erano tempi belli, per l’Aprilia, tempi di SBK: entusiasmante fu la RSV 1000 bicilindrica di Troy Corser nel 2000 e le sue cinque vittorie (nell’anno d’oro di Edwards con la Honda VTR), e ancora più mitica la RSV4 di Max Biaggi con i suoi due titoli mondiali 2010 e 2012 e le quindici vittorie…
Aprilia contro Ducati, Emilia Romagna contro Veneto, Gigi contro Romano. Sono tutti amici, ma fino a un certo punto. E noi adesso ce la godiamo.