Nico Cereghini “Alzamora livido a Sepang”

Nico Cereghini “Alzamora livido a Sepang”
Per forza, il suo pilota subiva le spinte di Miller, decisamente al limite, ed Emilio riviveva una domenica del lontano 1999. Lui correva in 125 e stava vincendo il titolo mondiale, Melandri lo voleva buttar giù. Corsi e ricorsi storici | N. Cereghini
28 ottobre 2014

Ciao a tutti! domenica, dopo la gara della Moto3, avrei voluto sentire Emilio Alzamora. E’ il manager dei fratelli Marquez, seguiva Alex dal muretto, e Miller continuava a spingere il suo pilotino fuori traiettoria a colpi di carenatura. La prima volta Emilio non ha fatto una piega, la seconda ha cominciato ad agitarsi, la terza volta ha tirato un moccolo e alla fine, livido in faccia, sparava litanie di parolacce senza riuscire a fermarsi. Amaro il verdetto finale: con Miller secondo, e quinto Marquez, i venti punti di vantaggio scendevano bruscamente a undici e tutto tornava in gioco per Valencia.


Jack Miller ha esagerato? Io credo di sì, e la squadra di Marquez pure, infatti ha presentato reclamo per condotta scorretta e antisportiva. Però la Race Commission lo ha respinto: tutto regolare anche se al limite, Jack Miller semplicemente avvertito, scagionato Danny Kent che pareva aver rallentato di proposito Alex sul traguardo. Si andrà a Valencia con Miller sotto osservazione, e scommetto che questa volta il fortissimo australiano giocherà più pulito perché sa di rischiare una squalifica.
 

Sarebbe necessario identificare un confine, il più possibile chiaro e condiviso, tra il lecito e l’illecito

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Questo dell’aggressività più o meno spinta è un argomento molto contrastato anche qui sul sito. Gli appassionati si dividono, ci sono quelli che amano vedere scontri anche duri purché spettacolari e incruenti, e quelli che preferirebbero vedere corse più tecniche e senza contatti fisici. Io personalmente propendo per la seconda teoria, e sostengo che sarebbe necessario identificare un confine, il più possibile chiaro e condiviso, tra il lecito e l’illecito. La Race Commission sarebbe lì per questo.


Il guaio è che persino i giudici non hanno ancora deciso come comportarsi. Andrea Iannone penalizzato per aver colpito Pedrosa in Australia dopo aver sbagliato una scalata, Marc Marquez perdonato dopo aver colpito Iannone nelle prove in Malesia mettendolo KO. Non sono episodi identici, naturalmente, ma l’effetto è comunque confuso. E non mi ha stupito vedere Emilio Alzamora incazzato nero: lui ha vinto un titolo mondiale, il suo unico titolo, contro un pilota che voleva soffiarglielo con le buone o con le cattive. Corsi e ricorsi storici.

Emilio Alzamora - Argentina 1999
Emilio Alzamora - Argentina 1999


Era il ’99, ultima gara della 125 in Argentina. Emilio aveva sei punti in più e gli bastava il secondo posto dietro a Melandri per tenersi un punto di margine e conquistare il titolo. Titolo non tanto meritato: zero vittorie per lo spagnolo puntualmente a podio, quattro successi (più quel quinto di Buenos Aires) per Melandri. E sapete una cosa? Macho Melandri, poi passato in duemmezzo e iridato 2002, si porta dietro “l’onta” (tra virgolette) di aver provato a speronare il rivale. “Vergogna! Non si fa così!” gridarono gli spagnoli. Ma in realtà lui fu molto meno aggressivo di Miller domenica scorsa. 

Foto: Crash.net

Nico Cereghini ci racconta la Moto3

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