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Anche in Cecoslovacchia si correva sulle strade aperte, fin dal 1930, e il motomondiale fece tappa a Brno con la sua prima gara titolata il 25 luglio 1965. Quasi quattordici chilometri di curve tra le case e i muri, e la 500 fu dominata dal campione del mondo Hailwood: tredici giri, oltre 181 km, alla media di 152 orari. Secondo, a un minuto e 5”, fu il giovane compagno di Mike alla MV, Giacomo Agostini.
Lo stesso risultato venne replicato l’anno dopo, con l’inglese passato alla Honda (e quel giorno capace di fare la tripletta 250, 350 e 500), però il distacco tra i due miti scese a 17” e, soprattutto, Ago fu per la prima volta il campione della classe 500.
Dall’87 finalmente anche Brno ha il suo autodromo, voluto dal Presidente Masaryk con l’ambizione di ospitare un giorno la F1 e realizzato in pochi mesi dall’esercito. Fausto Gresini ricorda volentieri quella domenica d’agosto del GP di Cecoslovacchia 1987: vinse la gara e conquistò il secondo titolo della 125.
Questa è una gran bella pista tra le colline e gli abeti, con saliscendi spettacolari e curve di ogni raggio: cinquemila e quattrocento metri con otto curve a destra e sei a sinistra, larghezza di 15 metri, il dritto di soli 636 metri che tuttavia garantisce punte velocistiche elevatissime.
Il record è del 2015: Andrea Iannone e la Ducati Desmo hanno firmato sulle fotocellule i 316,4 km orari. Quella della Repubblica Ceca (denominazione corretta a partire dalla stagione 1993) è una pista che piace a tutti i piloti, e che riunisce ogni anno almeno ottantamila spettatori.
Per tornare alla storia, Ago a Brno ha vinto sette volte, esattamente come Max Biaggi, che amava moltissimo questo tracciato, e come Valentino Rossi. E poiché la gara di Brno era tra le ultime della stagione, spesso proprio qui si sono attribuiti i titoli: il primo mondiale di Vale in 125 nel ’97, con tre gare di anticipo, il secondo in 125 di Capirossi nel ’91. E prima ancora, nel 1975, l’ottavo e ultimo di Giacomo Agostini con la Yamaha: il primo titolo iridato “a due tempi” nella top class del motociclismo.
L’anno scorso vinse Cal Crutchlow (LCR Honda) davanti a Rossi, e forse ricorderete che fu una gara decisa dal meteo e dalle gomme. Márquez in pole, Lorenzo e Iannone in prima fila, pista bagnata ma senza pioggia, le rain montate davanti e dietro; a metà gara c’era da stropicciarsi gli occhi, quattro Ducati davanti a tutti e Andrea Iannone leader assoluto.
Fino a sei giri dalla fine: Crutchlow e Valentino, gli unici a partire con le dure e in difficoltà nei primi giri, recuperarono fortissimo mentre Dovizioso si ritirava dopo una sosta e Iannone calava inesorabilmente fino a chiudere ottavo.
Anche Jorge Lorenzo dovette fermarsi dopo aver azzardato il cambio con le slick. Terzo fu Marc Márquez davanti a quattro Ducati satellite.
L’ultima vittoria di Valentino Rossi a Brno risale al 2009, l’ultima di Jorge Lorenzo (su Yamaha) è molto più recente: roba di due anni fa. La Ducati ha vinto qui con Loris Capirossi nel 2006, e l’ultimo successo di una rossa porta la firma di Casey Stoner nella fantastica stagione del titolo, 2007, esattamente dieci anni fa.
Quell’estate fu decisiva per la Ducati: con le tre secche vittorie consecutive a Laguna Seca, Brno e poi Misano (sempre con la pole e il giro veloce a sottolineare la sua superiorità), l’australiano mise al sicuro la sua leadership. Il GP della Repubblica Ceca rappresentò per Casey la settima delle sue dieci vittorie, Misano l’ottava e poi avrebbe primeggiato ancora in Australia e in Malesia. Una cavalcata irresistibile, che fa ancora venire la pelle d’oca ai ducatisti.
Per domenica prossima il pronostico è difficile. Sulla carta la pista di Brno assomiglia molto a quella del Mugello, tanto che si comincia a girare nella FP1 con gli stessi setting. E al Mugello il 4 giugno scorso ha vinto Andrea Dovizioso davanti a Viñales, come ben ricorderete, con Danilo Petrucci sul terzo gradino del podio e Rossi quarto.
Quello che certamente si può dire è che sarà battaglia, perché l’equilibrio in MotoGP, quest’anno, resta più grande che mai.
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