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Ciao a tutti! Possiamo, per piacere, vedere gare di MotoGP senza tutti questi dubbi legati alle gomme? Il tema non è facile per un semplicissimo motivo: con tutti i complottismi che ci sono in giro, si fa presto a passare dalla parte delle vittime del Grande Gioco: “è sempre la stessa musica, la losca Michelin fa i magheggi, i sorteggi tutti fasulli, e poi guarda caso Quartararo è francese…”. Questo è il coro dei deliri che voglio assolutamente evitare.
I piloti di solito non si sbilanciano. Con tutta probabilità hanno un accordo di riservatezza, e poi, come sottolinea quella vecchia volpe di Livio Suppo nel live di ieri, a nessuno conviene mettersi contro il gommista… Eppure Pecco Bagnaia non si trattiene più: dopo la ripartenza di Austria 1, adesso anche qui a Silverstone la sua gomma posteriore si è comportata in modo anomalo, rallentandolo progressivamente fino a “tre secondi al giro”. Era secondo con Fabiò, ha chiuso quattordicesimo a 21 secondi…
Ducati ha da recriminare parecchio, non ci piove. Lo stesso Gigi Dall’Igna, nell’intervista di metà agosto, con noi non si era nascosto: attendeva gli esiti dell’esame della gomma, prima di prendersela con Michelin, e adesso gli arriva questa seconda disavventura. E non è penalizzata soltanto Ducati: questa volta ha protestato anche Mir, anche Valentino. E in altre piste Marc Marquez, e … insomma la lista è bella lunga.
Il problema è noto, lo abbiamo più volte analizzato con Bernardelle: semplicemente, Michelin non riesce a garantire sempre l’assoluta e necessaria costanza di qualità. Di cose buone ne fa eccome, il gommista francese: a Silverstone, per esempio, l’anteriore è stata generalmente super. Ma.
Ho tutta la stima per Piero Taramasso e la sua calma olimpica: secondo me non si scomporrebbe neanche se gli crollasse addosso di colpo il disco volante che sovrasta il rettilineo di Jerez. “Faremo le nostre verifiche – è la sua risposta standard quando i piloti mugugnano - però bisogna anche vedere se…” E ci parla di pressioni, di setting, di bilanciamenti, come se le squadre fossero quelle del CIV e non della MotoGP.
Cara Michelin, con tutto il rispetto che ti è dovuto, credo che sia l’ora di fare i conti con la realtà: non riuscite a garantire lo stesso standard di qualità? Fate una gomma meno estrema, sacrificate anche un secondo al giro se occorre, ma mettetevi a posto.
E a proposito. Noi comprendiamo benissimo come Dorna cerchi il massimo equilibrio: lo spettacolo ok ne guadagna e siamo anche disposti a rabbonire Bernardelle quando come ingegnere si sente mortificato dai regolamenti così limitativi. Ma in questo modo, oltre ad appannare i risultati delle corse, qui perdiamo dei protagonisti ad ogni gara e lo spettacolo, anche a guardarla dalla vostra prospettiva, ne soffre.
Insomma, Carmelo Ezpeleta, mi rivolgo anche a te, sarebbe bello vederti più attivo su questo terreno. Dorna è il gestore del campionato e può (forse addirittura dovrebbe) imporre al gommista una politica diversa: più costanza di qualità, anche a costo di prestazioni inferiori. E aggiungo: non è mai troppo tardi.