Nico Cereghini: “Emergenza animali selvatici, c’è una novità”

Nico Cereghini: “Emergenza animali selvatici, c’è una novità”
Problema enorme: soprattutto cinghiali e caprioli fanno danni e provocano gravissimi incidenti sulla strada. Ora si fa un passo avanti con una risoluzione che impegna il governo a risolvere “definitivamente” l’emergenza. Ma non sarà facile…
12 luglio 2021

Ciao a tutti! Una delle tante emergenze che ci preoccupano è la proliferazione della fauna selvatica in Italia, che è fuori controllo e minaccia sempre di più la nostra sicurezza, oltre a provocare danni socio-sanitari e a pesare su molti settori come l’agricoltura e l’allevamento. Di cinghiali e di caprioli si muore, sulle nostre strade. Noi siamo fatalmente tra i più esposti e non sembra che la nostra voce - come quella dell’Asaps che si preoccupa di monitorare il fenomeno con l’aggiornamento dei dati - trovi un ascolto.

Nulla si muove. O forse no. Leggo che in commissione Agricoltura al Senato è stata appena approvata la risoluzione numero 337, che “impegna il Governo ad interventi strutturali per far fronte a questa emergenza”. Bene, dico io. Poi riesco a leggerla tutta, la risoluzione, e le preoccupazioni crescono.

Prima ci sono le premesse: i danni economici e sanitari, gli errori fatti sul territorio, la mancanza di dati attendibili e aggiornati, il ritardo e l’inadeguatezza dei risarcimenti… Poi le rilevazioni: calano i cacciatori, si abbandonano colture di collina e montagna, si sono introdotte specie più forti alterando l’equilibrio: il cinghiale autoctono, per dire, era più piccolo e meno prolifico di quello introdotto dall’estero a partire dagli anni Cinquanta. Poi le varie considerazioni: il lupo non è più in via d’estinzione ed è pericoloso più dell’orso, le regioni procedono in ordine sparso, le ultime analisi risalgono al 2007…

E finalmente si arriva agli impegni del Governo. In sintesi: risolvere “definitivamente” il problema, istituire una cabina di regia (è di moda) e creare una banca dati, poi semplificare le procedure, accelerare i rimborsi. Insomma darsi una mossa, come diremmo tra amici. Ottimo.

E poi arriva il punto 10. Il governo “è impegnato a ripensare il modello di controllo delle specie dannose e pericolose, prevedendo la possibilità… di strumenti di cattura e conseguente soppressione. E con piani di abbattimento, attuati dalle regioni, sotto il coordinamento del corpo di polizia provinciale, di pubblici ufficiali o dipendenti pubblici incaricati… in coerenza con la sentenza n. 21/2021 della Corte costituzionale… con il coinvolgimento gestionale degli ATC e avvalendosi dei proprietari conduttori dei fondi nei quali si attuano i piani di abbattimento, delle guardie forestali e del personale di vigilanza dei comuni, nonché delle guardie venatorie regionali, le guardie dei parchi, i corpi di polizia municipale, le guardie giurate e le guardie forestali e campestri…

Purché i soggetti in questione siano in possesso di licenza di caccia, e abbiano frequentato i corsi di preparazione organizzati dalle regioni con l’ISPRA… A prevedere inoltre che le regioni… possano autorizzare, in qualsiasi periodo dell’anno, i cacciatori e gli altri soggetti abilitati, i proprietari o conduttori dei fondi interessati, al controllo dei cinghiali…con un quadro normativo condiviso in Conferenza Stato-Regioni, sulla base di linee guida validate dall’ISPRA”.

Il problema è molto complesso, le soluzioni non saranno semplici: vedo da una parte tutte queste doppiette schierate e dall’altra gli ambientalisti in allarme. Seguo con attenzione il sito “SOS cinghiali”: che è convincente quando dichiara che la caccia non ha risolto alcun problema, ma è evanescente quando propone come risolutiva, ad esempio, la sterilizzazione dei cinghiali. Secondo voi quanti anni, quante decine d’anni, impiegheremo per venirne fuori?

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