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Ciao a tutti! Questa stamattina presto ho svegliato Carlo Pernat che ancora era a Le Mans e non aveva nemmeno bevuto il primo caffè, mentre per la prima sigaretta non ci giurerei. Il suo pilota ha vinto per la terza volta, una gara stupenda, qualche colpo lo mette ancora a segno, il vecchio Carletto, e questa cosa la diciamo insieme.
Tanto per scaldarsi, come giudica il Pernat la vittoria di Enea? “Belin, una vittoria di estrema intelligenza, direi l’intelligenza accoppiata al talento. E’ stato lì, ha passato Miller quando lo ha visto in leggera difficoltà, ha studiato Bagnaia e lo ha studiato bene, quindi il sorpasso, pulito. Bagnaia? Una cappella, quei cinque minuti che a volte ti prendono… Martin? Dice che è per il polso, ma la concorrenza pesa...”.
Di cose da dire ne ha un bel po’ ed è furbo, il Carletto, sa mettere le parole giuste in un discorso che sembra fatto di getto, ma la gara l’ho vista bene anch’io, quello che più mi preme è il futuro di Enea. E adesso? Voglio sentire direttamente dal manager parole chiare.
E Pernat assicura che i prossimi due anni con Ducati si fanno, è sicuro: con la moto ufficiale, gli sviluppi e gli uomini di oggi, cioè Pigiamino e Dario. In quale squadra? Questo lo decide Ducati, team interno oppure Gresini Racing ancora non si sa. “Chiaro –sottolinea il genovese- che per logica ci starebbe bene il team ufficiale, ma può essere invece che pesino ragioni di marketing Ducati. L’ingaggio per il biennio è stato definito: è molto buono”. E Carletto sottolinea il molto.
Sono felice per Bastianini che a questo punto si merita il meglio, ma io stesso non saprei cosa preferire. Team interno con Pecco Bagnaia che è già stato confermato? Due piloti italiani, due galletti che peraltro si beccano volentieri? Un bel problema… Anche per tutti gli appassionati nessun pilota più dell’Enea 2022 merita, in questo preciso istante, il posto di ufficiale interno. Ma forse per ragioni di opportunità sarebbe più prudente lasciarlo dov’è senza scombinare troppi equilibri.
Senza contare che vogliamo bene al team Gresini, che sta vivendo una specie di sogno e che si meriterebbe un filo ancora più diretto con la Ducati. Nadia meriterebbe, direi, un posto a capotavola per i prossimi tre anni. Si dice che un team satellite non ha mai vinto un titolo mondiale piloti nella MotoGP ed è vero. Ma oggi i team indipendenti hanno tutta un’altra fisionomia e, soprattutto per la Ducati, sono diventati complementari al reparto corse e al team interno.
Non so voi, ma personalmente avrei pochi dubbi: Enea con Gresini Racing. Sempre che stia bene a lui per primo, naturalmente.