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Ciao a tutti! Una domenica indimenticabile, quella di ieri, davvero non ricordo di averne vissuta una altrettanto emozionante. Se è accaduto, è stato molto tempo fa. Una domenica perfetta. O meglio, perfetta nella sua costruzione che definirei artistica: un quadro meraviglioso, oppure l'opera di un maestro della regia, di quelli che sanno colpire al cuore. Prima il successo di Andrea Migno, poi la prima vittoria in Moto2 di Celestino Vietti. E alla fine Enea Bastianini. Primo in quel modo. Perfetto.
Non so davvero come Nadia Padovani, la moglie (non riesco a dire la vedova) di Fausto Gresini, sia riuscita a reggersi sulle gambe negli ultimi giri della MotoGP, quando ormai era chiaro che il suo pilota di punta poteva davvero vincere la gara. Perché prima era nel gruppo di testa e ok, ce lo aspettavamo; poi terzo e cavoli, era già uno spettacolo; poi è passato secondo ed era fantastico, mai arrivato secondo in MotoGP. Ma quando Enea ha superato anche il leader Pol Espargaro in inferiorità, mancavano quasi quattro giri e ancora tutto sarebbe potuto accadere. Le moto qualche volta si rompono, le gomme talvolta ti mollano, i piloti qualche volta sbagliano proprio quando sembra di avere il risultato in tasca...
Enea non ha sbagliato nulla. Dico la verità, davanti alla tivù non riuscivo a star fermo e dopo l'arrivo qualche lacrima è venuta anche a me. Bisognava essere dei duri per reggere a quella tensione e poi a quella commozione. Gli abbracci, la gioia, i pianti. E quella presenza che non serviva neanche nominare. Fausto, la sua passione, la sua grinta, la sua drammatica scomparsa un anno fa, in ospedale e in solitudine, quando era il motore e l'epicentro della sua squadra. E pareva impossibile poter continuare senza di lui.
Una vittoria vera, quella di ieri a Losail, perché costruita con solidità e metodo sulla efficienza della squadra, sulla straordinaria competenza di Alberto Giribuola e sull'intelligenza di Enea. "Fausto ha spinto tanto dal cielo", ha detto con semplicità il pilota nelle prime interviste. Ed è l'immagine che resta indelebile per tutti quelli che hanno trepidato ieri: Fausto Gresini con le ali da angelo, che spinge Bastianini verso la bandiera a scacchi sul rettilineo di Losail. Sedici anni dopo l’ultima vittoria in MotoGP del team, Tony Elias in volata all’Estoril su Valentino Rossi.
E mancava Valentino, ieri. Solo fisicamente, però, perché è dal suo lavoro che arrivano i talenti di Andrea Migno, ieri in formato schiacciasassi, e di Celestino Vietti che lancia in alto i nuovi colori della sua squadra. E’ stato bello poter confermare subito, fin dal primo GP senza Rossi, che la scuola italiana c’è, vivace, emozionante. E vincente. Per ritrovare tre piloti italiani vittoriosi nella prima gara di stagione dobbiamo risalire al lontano 1996 con Cadalora in 500, Biaggi in 250 e Perugini in 125. Roba grossa.
Resta l’amaro in bocca per la Ducati e in particolare per Bagnaia. E’ chiaro che con la moto 2021 anche Pecco sarebbe stato della partita. Ma ora nel team ufficiale è necessario resettarsi e ripartire con calma. Il tempo c'è, il Qatar era solo la prima di ventuno gare. Confidando nella pace più importante, quella internazionale.