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Quattro vittorie come lo Stoner del 2009, già superati lo Stoner del 2010 e il Capirossi del 2006: Andrea Dovizioso scala rapidamente le classifiche dei piloti Ducati, ha conquistato definitivamente il popolo dei ducatisti e tutti gli altri lo guardano con stupito rispetto. Naturalmente quello che conta è il bottino grosso ed è ancora presto per cantar vittoria, ma intanto Andrea e la Desmosedici 2017 sono lì davanti a tutti, cosa che non era scontata e rappresenta già una bellissima impresa. Ho voluto sentire l’amico Gigi Dall’Igna, il lunedì mattina; l’uomo della svolta tecnica ed organizzativa Ducati era in volo verso l’Italia e aveva tre minuti liberi.
Siamo felicissimi per tutti voi. Ma volevo sapere direttamente da te, questa quarta vittoria ha un significato speciale?
«Importante sì -mi risponde il direttore generale di Ducati Corse- ma non speciale. Certamente è stata una bella gara, e in più c’è la soddisfazione di aver fatto bene in un posto dove non era scontato».
Grande Dovi, e cosa è cambiato in lui quest’anno? Perché qualcosa è cambiato…
«Non è cambiato quest’anno -precisa Gigi Dall’Igna- ma l’anno scorso. Ad Aragon. Lì Andrea ha trovato più convinzione. E non so dirti perché proprio ad Aragon, ma so che da quella gara fino a Valencia lui è cambiato, e ha fatto più punti di tutti».
E Lorenzo invece? Cresce sì, ma lentamente: quanto gli manca?
«Non gli manca tanto e sono fiducioso. Domenica è arrivato a tre secondi e mezzo dal vincitore, ha perso un secondo quando Marquez ha rotto il motore e lui ha dovuto allargare. Ma è andato molto vicino alla possibilità di giocarsi il podio».
E adesso Misano, dove avete fatto test importanti.
«Tutti hanno fatto i test a Misano, siamo ad armi pari. Ma è vero che Jorge ha fatto ottimi test e che a Silverstone è andato forte. Dunque andiamo là -conclude Dall’Igna- e vediamo cosa succede…».
Fino a qui Gigi Dall’Igna. La febbre cresce, il GP di San Marino e della Riviera di Rimini è ormai vicino. Valentino è Valentino, penso io, e il circuito intitolato a Marco Simoncelli sarà ancora prevalentemente colorato di giallo, ma Andrea Dovizioso sulla Ducati ha saputo accendere un nuovo entusiasmo. E’ il pilota italiano sulla moto italiana, e se il capitale è tedesco conta poco: dietro alla rossa numero 04 c’è una squadra tutta italiana che ci rappresenta magnificamente con il suo impegno, la sua genialità e tante intuizioni. Una di queste intuizioni ha il sapore della profezia addirittura: è dall’anno scorso che, fuori dalla fabbrica di Borgo Panigale, campeggia l’enorme telone solo per il Dovi. Qualcuno si era anche chiesto “è opportuno, proprio adesso che arriva Lorenzo?”. Era perfetto: questi sono avanti.