Nico Cereghini: “Gomme stanche e controllo difficile”

Nico Cereghini: “Gomme stanche e controllo difficile”
La gara di Motegi era facile da leggere: bastava ascoltare il nostro ingegner Bernardelle. La Yamaha M1, il grip meccanico, Rossi e Lorenzo. Io sono un po’ come Jorge quando guido la mia moto in città
13 ottobre 2015

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Ciao a tutti! Per leggere la gara di Motegi, per capire cosa stava succedendo al dominatore indiscusso Jorge Lorenzo a metà gara, bastava ascoltare l’ingegnere. Giulio Bernardelle, intendo. E’ dall’inizio della stagione che il nostro esperto spiega in DopoGP che la Yamaha ha un superiore grip meccanico, che riesce a mettere un gran carico sulle gomme Bridgestone facendole lavorare alla temperatura giusta, e che proprio per questa ragione è attualmente superiore alla Honda. Nelle condizioni di domenica scorsa, pista bagnata all’inizio e poi sempre più asciutta, il limite della Honda è diventato un pregio. Lo ha spiegato anche Valentino a fine gara. Lui ascolta Bernardelle. E Pedrosa, senza volerlo, si è ritrovato con le gomme meno stanche.


Scherzi a parte, la MotoGP di domenica è ricca di spunti interessanti. Due corse in una. Nella prima, Lorenzo fortissimo sul bagnato, Rossi sorpreso e staccato, le Ducati subito dietro e le Honda in difficoltà. Nella seconda tutto all’opposto, con un Pedrosa partito senza tante ambizioni e tornato alla vittoria. E in conclusione, una volta chiarito il fatto che l’usura delle gomme non ha rappresentato il frutto di una strategia scellerata dei due piloti Yamaha, ma piuttosto l’esito inevitabile dettato dalle condizioni di una giornata molto particolare, ecco ciò che abbiamo capito domenica.


Nonostante tutta l’elettronica del mondo e nonostante la credenza popolare, il pilota conta ancora e tanto. Quando il controllo della moto è delicato, il grip è precario e la potenza è tanta, allora emerge la sensibilità del pilota e la sua capacità di adattamento. E qui, nonostante il livello stellare di un pilota come Lorenzo – il più veloce in assoluto nelle condizioni standard - viene fuori il talento di Valentino. A parità di moto, di gomme e di posta in palio (il titolo mondiale), Rossi ha reagito meglio, e Jorge, pur fenomenale, non ha saputo inserire la modalità “imprevisto”.


Io sono un po’ come Lorenzo. Sono preparatissimo a fronteggiare le problematiche quotidiane standard della guida in città - strisce bianche, buche profonde, pavè sconnessi, scooteristi con il cellulare all’orecchio, mamme sui SUV che messaggiano, taxisti prepotenti, autovelox traditori e vigili dappertutto - ma non controllo il degrado delle gomme. Nella stagione invernale, quando uso la moto ogni santo giorno ma sempre in città, quante volte controllo la pressione? Soltanto quando la moto scarroccia allegramente seguendo le pendenze della strada. Per un po’ trovo bello misurarmi con una moto difficile da guidare, poi finalmente mi rendo conto che qualcosa non va. Devo ammetterlo, per prima cosa mi chiedo se non avrò magari una piccola crepa nel telaio. Alla fine mi ricordo di quanto sono stupido e corro da Enzo il meccanico. “Siamo a 1.1 dietro, volevi fare il trial con la GT da turismo?”

Gomme stanche e controllo difficile
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