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Ciao a tutti!
La settimana scorsa abbiamo indagato sui migliori piloti della stagione GP –e qualcuno ha voluto giustamente inserire anche i piloti preferiti della SBK- e sul primato di Jorge Lorenzo siamo stati quasi tutti d’accordo. Sarà stato anche un anno particolare ma lui è andato fortissimo.
Avete voglia di analizzare anche i flop? E’ sempre antipatico bocciare qualcuno, e la mia prof di matematica della seconda liceo a suo tempo è stata molto antipatica, ma allora lo dico anche per esperienza diretta: qualche volta le stroncature servono.
Melandri, per esempio. Io voglio bene a Marco però quanto deve essere difficile andare d’accordo con lui! Ci hanno litigato tutti, una ragione ci sarà. E comunque la colpa non è mai la sua, l’elenco delle sue recriminazioni è sempre lunghissimo, però i risultati 2010 sono stati ancora una volta deludenti. Decimo in classifica, un quinto posto al Mugello, abbonato al nono. Adesso passa in Superbike, io credo che lì farà bene, e glielo auguro pure di cuore: avrà un’ottima Yamaha e poi tutte le SBK sembrano più facili da guidare delle MotoGp. Ma il primo dei bocciati 2010 per me è lui. Logorante.
Poi ci metto Edwards, che è finito addirittura alle spalle di Melandri, undicesimo assoluto, mai incisivo. Il texano pareva anche veloce, ma il debuttante compagno di team, Ben Spies, lo ha suonato come un tamburello. Alla frutta.
Poi Corsi in Moto2. Un quinto posto nella classifica generale non è da buttare via, e del resto Simone è salito due volte sul podio. Ma io ci puntavo molto e sono rimasto deluso: uno intelligente come lui, che guida benissimo e sbaglia poco in gara, doveva lottare per il titolo. Eterna promessa.
In 125 boccio, o meglio rimando perché è giovanissimo, quello che credevo il primo della pattuglia italiana ed è finito 23°: Lorenzo Savadori, classe ’93. Qui il problema potrebbe essere che è cresciuto troppo in fretta e ha già la taglia XXL, che è un disastro per la 125. Rimandato.
E alla fine anche Capirossi. Loris Capirossi suscita in me diversi sentimenti: ammirazione per la tenacia e la professionalità, che tutti del resto gli riconoscono; sincera invidia per certi suoi giri “a vita persa”, che mi hanno impressionato per velocità e grinta; e infine anche un leggero fastidio per certi suoi gesti del passato che è superfluo elencare ancora perché lui è cambiato, ma che tuttavia non sono riuscito a digerire. Non posso dire di conoscerlo a fondo, però dal ’90 racconto le sue imprese che sono state spesso leggendarie, dunque la sua carriera l’ho seguita tutta, e se andate a rivedere sul sito il ritratto-video che ne ho fatto a fine aprile, vedrete che è pieno di ammirazione.
Ma adesso non lo riconosco più: il sedicesimo posto finale (con Bautista, compagno in Suzuki, tredicesimo) sarà stato anche determinato da una cattiva moto e da molti incidenti, certo. Ma il vero Loris non avrebbe mai mollato. Ora torna su una Ducati, forse gli basterà cambiare moto, ma farà anche i 38 anni. Avrà ancora la forza di lottare? Non era meglio fermarsi a riposare? Vecchio guerriero senza pace.
Ascolta l'audio di Nico nel box in alto a sinistra