Nico Cereghini: “Il mio San Marino dei tempi bui”

Nico Cereghini: “Il mio San Marino dei tempi bui”
Il GP di Misano è un appuntamento fisso da otto anni, ma per arrivarci che battaglie: lo si correva a Imola e al Mugello, poi la FIM ed Ecclestone a momenti affossarono il campionato. Reggiani e Capirossi nei miei ricordi più vivi
8 settembre 2015

Punti chiave

Ciao a tutti! Domenica si va a Misano per il GP di Sanmarino e magari qualcuno si ricorda dell’edizione 2007, quando la pista finì sott’acqua il venerdì e i piloti si sobbarcarono tre turni di prove il sabato. Da allora questa di Misano Adriatico è una tappa fissa all’inizio di settembre, e tutti pensano: logico, la piccola repubblica di San Marino una pista non ce l’ha e il suo GP lo organizza lì a due passi. Ma dovete sapere che una volta si andava a correrlo a Imola, il Sanmarino, si andava addirittura al Mugello e poi, dopo l’edizione 1993, non si andò più da nessuna parte: niente GP fino al famoso allagamento di otto anni fa.
 

Adesso che la Spagna ha quattro prove mondiali, (Jerez Barcellona Aragon e Valencia) suona strano pensare che in Italia, negli anni Ottanta, era difficile ottenerne due. Fu sull’onda della F1 che saltò fuori questa possibilità del Sanmarino anche per le moto, ma non tutto filò liscio. Allora era la Federazione a dis/organizzare il campionato e tra incompetenze, litigi e guerre di potere si saltava da una pista all’altra. Nell’81 il primo Sanmarino fu a Imola, Lucchinelli colse una splendida vittoria in 500, Reggiani battè il compagno Nieto nella 125 con la Minarelli. Poi Mugello, poi ancora Imola con la storica battaglia per il titolo 1983 tra Roberts che vinse la gara e Spencer che si prese il primo titolo, poi Mugello e finalmente Misano per tre edizioni. Nella terza, 30 agosto 1987, Loris Reggiani regalò all’Aprilia di Beggio la prima vittoria iridata, con la 250. Che giornata! Felicità alle stelle fino a tarda sera.


Per Misano Adriatico sembrava fatta e invece macché: tre stagioni di fermo e poi due edizioni al Mugello nel ’91 e nel ‘93. In quel periodo, pochi se lo ricorderanno, rischiammo di avere due mondiali paralleli perché la FIM aprì un’asta per i diritti, e fu guerra tra  tre contendenti: Ecclestone, Dorna (che ancora non aveva Ezpeleta) e Flammini con il quale lavorava Ezpeleta. Un casotto dal quale uscimmo soltanto nel ’94, quando la Dorna si comperò la company di Bernie e mise ordine nel campionato. Da allora niente Sanmarino per tredici lunghi anni soprattutto per le difficoltà economiche; poi il nuovo corso, l’ampliamento e l’inversione del senso di marcia.


Di tutte le edizioni, resta fotografata nella mia memoria quella del ‘93 al Mugello. In 500 vinse largamente Doohan su Schwantz e Rainey, che purtroppo un mese dopo avrebbe chiuso la carriera nel terribile incidente del GP d’Italia a Misano. In 250 Capirex con la Honda bruciò in volata Reggiani con l’Aprilia; e lì qualcuno del suo team, chissà chi…, alla San Donato mise in mano a Loris per il giro d’onore un bandierone della Marlboro. Non era una prima assoluta, già ad Assen Schwantz aveva festeggiato con doppia bandiera: USA e Lucky Strike sulla stessa asta. Diciamo che le compagnie del tabacco erano ricche ma piuttosto invadenti, e se le avessero lasciate fare avrebbero messo le stecche di sigarette sul podio al posto delle coppe. Ero il telecronista di Telepiù, osai commentare che quel bandierone del tabaccaio era un brutto vedere. Avevo ragione? Direi di sì, tanto che la FIM provvide subito con un divieto bello chiaro, niente più bandiere dello sponsor nel giro d’onore. Ma li ebbi addosso tutti: team Pileri, Philip Morris, Telepiù. Che tempi!

Il mio San Marino dei tempi bui
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