Nico Cereghini: “Jorge può fare meglio di Nieto”

Nico Cereghini: “Jorge può fare meglio di Nieto”
Non certo nel numero dei titoli mondiali: a tredici non ci arriva. Ma se resta al vertice può diventare il primo degli spagnoli nella storia. E’ tosto | N. Cereghini
12 ottobre 2010

Punti chiave

 
Ciao a tutti e giù il cappello di fronte a Jorge Lorenzo. Anche se le sue lamentele di Motegi non ci erano piaciute e la sua gara di Sepang non è stata così impressionante, dobbiamo ammettere che il suo primo titolo in MotoGp è più che meritato: lui ha fatto il massimo, e in molte occasioni è stato perfetto. Vero: Valentino è stato molto sfortunato e si è messo fuori alla quarta gara; ma in quel preciso momento Jorge aveva già vinto due gare (Spagna e Francia) e aveva fatto il secondo a Doha. Era partito alla Rossi, insomma, e ha continuato a macinare successi fino a quando la tensione (più che legittima) per la posta in gioco lo ha indotto a chiudere il gas e accontentarsi dei piazzamenti. Il finale di stagione, tre gare ancora da fare, è tutto suo: potrà ribadire la sua gran forma senza rischiare il titolo.

Io ho visto correre i più grandi piloti spagnoli. Da Nieto a Martinez, da Tormo ad Herreros, da Pons a Garriga, poi Criville, Cardus, Checa, Gibernau e compagnia bella. Martinez era veloce e aveva molto carattere e infatti è diventato un grande manager; ma nessun altro spagnolo mi ha veramente impressionato a parte Nieto. Angel era veramente forte, tredici titoli e novanta GP vinti in carriera; però lui è stato specialista nelle minime cilindrate, 50 e 125, e questo è un limite nell’ottica del motociclismo moderno. Vincere è sempre molto difficile, naturalmente, ma il pilota completo è oggi quello che arriva al top anche della cilindrata.

E allora Jorge Lorenzo potrà davvero diventare il massimo pilota iberico. Essere definito leggendario. A patto che si ripeta, naturalmente, perché un solo titolo mondiale non basta. Anche Alex Crivillè ha conquistato il titolo della 500, nella stagione 1999, quando Doohan si fece male. Poi purtroppo ha dovuto fermarsi per una forma di epilessia. Ma non era mai sembrato un fenomeno.

Invece Jorge per me lo è. E’ stato un bel pilota della duemmezzo conquistando due titoli con l’Aprilia 250 e 17 successi parziali. Qualche volta stravinceva e altrove spariva. Non sempre convinceva, però ha vinto due campionati. Ora il terzo, il più importante, alla terza stagione di Motogp. E sulla carta pareva difficile, contro Rossi, Stoner, Pedrosa e gli altri che stavano crescendo.
E’ stato praticamente perfetto. Veloce in prova e in gara, nessun errore, efficacissimo nei finali. Lui è stato bravo a mettere a posto la M1 sulle varie piste; ha un grande tecnico come Ramon Forcada, certo, ma non è che gli altri si debbano accontentare di mezze figure. Evidentemente è sensibile, ha le idee chiare, ha ormai grande esperienza. Ed è tosto anche di carattere: l’unico che sia stato capace di far incazzare Valentino. Segno che anche Rossi lo teme. Ora vedremo se saprà fare la cosa più difficile: restare al vertice.

 
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