Nico Cereghini: “Liberty Media e MotoGP, suona più di un allarme”

Nico Cereghini: “Liberty Media e MotoGP, suona più di un allarme”
Ammesso che le autorità europee diano il via libera, la MotoGP e la SBK finiranno nelle mani di chi già detiene la F1. Se la Dorna aveva preso una china che ci piaceva poco, gli americani sembrano ancora più determinati: sempre più show e meno sport
1 aprile 2024

Ciao a tutti! Siete contenti che la MotoGP e la SBK - ammesso e non concesso che arrivi l’ok delle autorità europee Antitrust - finiscano nelle mani degli americani di Liberty Media? Mica tanto, a giudicare dai vostri commenti alla pubblicazione della notizia. E io sto con quelli che vedono accendersi le spie di warning. Ma prima di dirvi come la vedo, tre punti da chiarire.

Prima questione: perché Liberty Media è interessata a prendersi Dorna Sports? Perché si dice che MotoGP e SBK abbiano un grande potenziale, e con la F1 creerebbero un pacchetto molto appetibile da vendere agli sponsor, alzando il loro interesse. Ci crediamo? Direi di sì.

Seconda questione: è un affare? Oggi la Dorna arranca dopo i guasti della pandemia: fattura meno di 500 milioni di euro l’anno, ha debiti per 1,5 miliardi, non ha risorse per gli investimenti; in parole povere viene via per 4 miliardi, e Liberty (che ha utili importanti) pagherà meno tasse. E’ un affare, diversamente non si sarebbe alzato un dito.

Infine la domanda cruciale: le autorità Antitrust daranno il via libera? Il dubbio c’è, la concentrazione nuoce al mercato. Nel 2006 l’Unione Europea stoppò CVC Capital Partners che aveva acquisito i diritti della MotoGP e voleva anche la F1: dovette cedere la sua partecipazione in Dorna (a Bridgepoint per 550 milioni di euro) e mollare le moto. La situazione del mercato e della concorrenza oggi è diversa? No, ma gli avvocati di Liberty Media forse hanno un asso nella manica: nel 2011 Bridgepoint si prese la SBK, insieme alla MotoGP, con l’ok dell’Antitrust europeo.

Tornando a noi, non ho mai nascosto le mie riserve sulla visione di Liberty Media e del CEO della Formula 1, Stefano Domenicali. Per quello che vedo, la massima formula a quattro ruote avrà anche guadagnato visibilità e fatturato, ma è sempre più show e meno sport. E quando Domenicali è apparso sulla MotoGP di fianco a Ezpeleta ha detto parole piuttosto inquietanti. Il senso era: tutti quei turni di prova al pubblico non interessano, meno prove e più gare.

E’ una strada che del resto Dorna Sports ha già imboccato con il nuovo format introdotto nel 2023 con la Sprint. Che ha raddoppiato le partenze e i rischi per i piloti e non si chiama gara: non ha nemmeno il podio a dimostrazione che delle tradizioni sportive... importa niente.

Vedo che su qualche giornale si festeggia e qualcuno intravvede addirittura un SuperGP, una specie di Superbowl dei motori con F1 e MotoGP sullo stesso circuito nello stesso fine settimana (ovviamente non in contemporanea). C’è anche chi suggerisce che si potrebbe rifondare la gestione delle gare e modificare i regolamenti tecnici senza l’ingombro delle federazioni…

Sono progetti che trovo pericolosi, anche alla voce federazioni. Le federazioni internazionali saranno anche in ritardo sui tempi, anche la nostra FIM lo è; ma lasciatelo dire a me che le ho fatto la guerra per anni: le federazioni sono da riformare ma ci vogliono, eccome. Perché sono, o almeno dovrebbero essere, i soli garanti dello sport e dei princìpi sportivi.

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