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Ciao a tutti! Guardo le gare di Brno e ancora una volta la freddezza dei protagonisti mi spiazza. Sì, la freddezza, la lucida razionalità di Lorenzo che controlla la MotoGP e di Antonelli che non aveva mai visto il podio e vince la Moto3 con la tranquillità del veterano. Si dice che è sbagliato paragonare i piloti di diverse epoche, ma lo faccio lo stesso. I piloti di ieri non erano così lucidi, non erano capaci di ragionare così freddamente in gara. La guida naturalmente è cambiata con lo sviluppo delle moto e delle gomme, é molto più spettacolare ed estrema. Hailwood, Roberts e Doohan possedevano le doti adatte e sarebbero stati certamente grandissimi anche oggi, ma nell'approccio alla gara non so: i piloti moderni sono più avanti, sono generalmente piloti migliori di loro.
É un pensiero personale, un'opinione. E magari mi sbaglio. Ma se penso agli anni Novanta, periodo d'oro della classe 500 con fior di talenti, trovo che Kevin Schwantz sia stato certamente un pilota spettacolare e coraggioso, capace di colpire al cuore tutti gli appassionati, ma era anche molto irrazionale e istintivo. Pensate che non sapeva spiegare la sua tecnica di guida; gli domandai una volta se davvero pestava sulla pedana esterna come nel cross e lui mi rispose "Non saprei dirlo, guido come mi viene".
Anche Rainey seguiva più l'istinto della tecnica, quello che contava per lui era dominare l'avversario e la sua moto era assurda, per tutti gli altri praticamente inguidabile, dura come un sasso, curvava solo con il gas. E Cadalora lo scoprì a sue spese. Kenny Roberts era soprattutto controllo, controllo oltre il limite di aderenza e tanta forza fisica, Mamola e Kocinsky erano due amabili folli, e alla fine mi pare che i soli Lawson e Doohan mostrarono una lucidità vicina a quella che vedo oggi.
I piloti di oggi sono generalmente super preparati, conoscono meglio la moto, e soprattutto sanno gestire lucidamente la corsa
Ai tempi miei, per tornare ancora più indietro, agli anni Settanta e Ottanta, era frequente la caduta all'ultimo giro, anche tra i piloti di vertice. Capitava spesso che il primo, messo al sicuro il risultato, scivolasse come un debuttante a tre curve dalla fine. Ed era una questione di preparazione fisica ma soprattutto di tenuta mentale. Soltanto Ago aveva capito l'importanza della preparazione, lavorava per migliorare il fisico e la testa, preparava scientificamente la moto e la gara. E i suoi straordinari risultati erano lì a dimostrare che il metodo era vincente, ma altri grandi come Sheene e Nieto e Lucchinelli restarono lontanissimi da quel modello, e molto più vicini ai piloti inglesi degli anni Cinquanta e Sessanta: enorme talento e notti brave, sigarette e alcool come le star del rock. Marco vinse un solo titolo, Barry due ed entrambi avrebbero potuto raccogliere molto di più. É vero, Angel Nieto è arrivato a tredici titoli mondiali senza aver mai visto una palestra, ma era intelligentissimo e furbo, e poi regnava nelle piccole categorie dove c'era poca concorrenza.
Per quanto molto giovani, i piloti di oggi sono generalmente super preparati, conoscono meglio la moto, e soprattutto sanno gestire lucidamente la corsa. Sono figli del loro tempo, iniziano a correre da piccoli, sono abituati alla lotta gomito a gomito, non si impressionano di nulla, sanno gestire le emozioni. E mi sorprendono ogni domenica.