Nico Cereghini “Márquez come Spencer”

Nico Cereghini “Márquez come Spencer”
Vedo tante analogie di guida e di innovazione tra i due talenti della Honda. E a distanza di trentacinque anni persino le loro moto un po’ si assomigliano, nel bene e nel male. Marc vincerebbe anche con un’altra moto?
7 maggio 2019

Ciao a tutti! Chissà se l’idea ha sfiorato anche l’interessato, bisognerà che Zam glielo chieda direttamente già a Le Mans. Pregherò Giovanni di andare nell’ufficio del presidente dei giudici a verificare se io non sia il solo a pensarlo: Marc Márquez mi ricorda da vicinissimo Freddie Spencer. Nello spagnolo, infatti, vedo tante caratteristiche dello statunitense, campione della Honda anni Ottanta (secolo scorso) e oggi presidente del Pannello dei giudici FIM in MotoGP. Bisogna avere ben più di quarant’anni per ricordarsi come guidava Freddie al tempo dei suoi due titoli in 500, 1983 e 1985 (con doppietta in duemmezzo), ma vi assicuro che le analogie sono parecchie: Freddie ha rivoluzionato a suo tempo la guida delle moto più potenti, Marc lo sta facendo oggi; il 19 della Louisiana ha fatto del ginocchio un appoggio effettivo sull’asfalto, il 93 catalano fa la stessa cosa anche con il gomito. E c’è di più: Spencer guidava nell’anno dell’esordio la Honda NS tre cilindri (poi arrivò la quattro), una moto reattiva, agile, vincente: ma che aveva nell’avantreno il suo tallone di Achille. Proprio come la RC di oggi.

Leggo che Lorenzo si lamenta dell’anteriore: con il trasferimento di carico sente troppo peso gravare sul pneumatico anteriore in impostazione di curva: non trova il feeling, ed è già caduto, per quello. E pure Crutchlow, anche lo stesso Márquez. Naturalmente oggi la faccenda è complicata dalle gomme Michelin, che sono delicate negli ingressi di curva e puniscono un po’ tutti i piloti della MotoGP. Si cade così, con la chiusura dello sterzo, ma ormai lo abbiamo capito: con grande freddezza, Marc imposta le curve a velocità elevatissime, e intanto si prepara ad appoggiare gamba e braccio sull’asfalto: grande sensibilità sulle gomme, certo, ma se l’avantreno lo molla lui metà delle volte si salva. Proprio come faceva Spencer. Allora si cadeva per lo più negli hgihside in accelerazione, con le "due tempi" appuntite la potenza arrivava di colpo e l’elettronica era ignota, ma la NS era particolare, aveva più coppia delle concorrenti, ed era la ruota davanti (da 16 pollici) la prima a scappar via. Più avanti, tanti piloti privati, tra i quali la moto era diffusissima, pagarono a caro prezzo questo sbilanciamento così spiccato – l’amico Guido Paci cadde e perse la vita alla Villeneuve di Imola nell’83 - ma Spencer voleva una moto così, e premendo forte a terra il ginocchio interno toglieva carico alla ruota.  Ricordo che anche lui aveva una enorme sensibilità sui pneumatici, tanto da scegliere sempre i più morbidi a disposizione e così scappare via; poi, nel finale, a gomme usurate, si giocava benissimo il margine di vantaggio.

Spencer è stato un grande talento, un vero fuoriclasse. Una meteora, vista oggi: quattro anni da leone e poi franato di colpo per motivi oscuri, fisici e mentali. Ma i tempi sono cambiati, le carriere si allungano, quasi tutti i problemi si risolvono anche grazie a nuove figure di specialisti, e poi Márquez sembra più attrezzato. E' talmente veloce ed efficace da far rinascere una discussione che da anni non saltava fuori così appassionante: vincerebbe anche con una moto diversa dalla Honda? Lui sostiene di prevalere per tre ragioni: la sua guida, una grande squadra, la moto competitiva. E certamente ha ragione. Poi credo che difficilmente seguirà la strada di Valentino, lasciando la Honda con cui vince a ripetizione gare e titoli. Ma questo si vedrà, per il momento ci si diverte a lavorare di fantasia e io stesso non mi sottraggo, il gioco è stimolante. Sì, come molti lettori, credo che Marc oggi vincerebbe anche con un’altra moto. Domenica, per dire, probabilmente avrebbe vinto anche con la Suzuki di Rins. O forse no? Perché, nel caso, magari Rins sarebbe stato sulla RC e allora non so come sarebbe finita, non so valutare quanto varrebbe Rins sulla Honda… Certo, sono discorsi che lasciano il tempo che trovano, e li interrompo subito, ma sono chiacchiere che sottolineano comunque una cosa: la considerazione che ormai tutti hanno del grande talento del catalano. A guidare, oggi è il numero uno.

 


 

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