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Ciao a tutti! Il “titolo sonnolento” che ho affibbiato a Jorge Lorenzo ha sollevato un bel po’ di polemiche ed è lecito dissentire, ci mancherebbe altro. Unica mia richiesta, raccomando ai lettori di leggerlo, l’editoriale, che non è mai lunghissimo; nella fattispecie, avevo evidenziato eccome le grandi qualità del campione del mondo, ma forse il titolo provocatorio dell’articolo ha mandato fuori strada qualcuno di voi.
Oggi mi occupo di Marc Marquez, altro spagnolo campione del 2012, in Moto2. Ecco un pilotino sul quale puntano in tanti: Honda, Repsol, Dorna, tifosi spagnoli e non solo. Dal 2008 nel mondiale con la KTM 125, conquistato il titolo sulla Derbi nel 2010 con dieci successi e dodici pole, Marc è passato in Moto2 e ha rischiato di dominare subito anche lì. Ma sette vittorie non gli sono bastate: fuori nelle ultime due gare per la brutta caduta delle prove libere malesi, lo spagnolo ha visto dai box il trionfo di Stefan Bradl, e poi ha pure saltato i test invernali per i postumi di quell’incidente. Disturbi alla vista, male alla schiena. Ha iniziato il 2012 con qualche timore, ha fatto subito qualche manovra scorretta forse per la fretta di vincere, poi ha preso un passo da campione, otto vittorie e ciao, il solo Pol Espargaro ha potuto contrastarlo un po’. Espressamente per lui, è sparita dal regolamento la necessità di passare in un team satellite la prima stagione in MotoGP: Marc compirà vent’anni a febbraio in sella alla Honda ufficiale HRC al posto di Stoner.
E' un pilota che osa, che non si tira indietro, che ragiona non meno di Lorenzo ma che non rinuncia a tirare la zampata
Ecco un tipetto che piace parecchio anche a me. Sarà subito pronto per vincere anche in MotoGP? Probabile, ha una moto e una squadra favolose; ma quello che è quasi certo è che ci divertirà: è un pilota che osa, che non si tira indietro, che ragiona non meno di Lorenzo ma che non rinuncia a tirare la zampata; l’abbiamo visto anche nell’ultima curva di Phillip Island quando, dopo una gara attentissima, ha voluto fermamente il podio. E io comincio a pensare che dovremo rivedere alcune convinzioni generali sui prototipi 1000. Confido che Marc alzerà il livello della categoria, che per poterlo battere i suoi rivali diretti (soprattutto Pedrosa, Lorenzo e Rossi) dovranno migliorare la guida e la motivazione. Se ne saranno capaci. Magari non subito, diciamo da metà stagione 2013 in poi, Marquez li costringerà a dare molto di più.
Oggi siamo sicuri che la colpa dello scarso spettacolo sia soltanto delle moto. Troppa elettronica. E se invece non fosse tutto lì, e magari influissero un po’ quei due o tre piloti freddi e conservativi? Riguardatevi le loro interviste: non fanno che parlare di concentrazione e strategia… Dopotutto, già Casey Stoner stava mettendo del gran sale sulla coda dei rivali, guidando ben oltre i loro limiti. Tutti a dire: “ma Stoner è unico”. Magari non è del tutto vero. La discussione, come sempre, è aperta.