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Ciao a tutti! La Polizia Stradale tiene a far sapere che la legge sull’omicidio stradale funziona. A poco più di un anno e mezzo dalla sua introduzione, gli arresti e le denunce alla magistratura assommano a circa 2.000 casi; e nel contempo cala il numero dei pirati della strada, quelli che si sono dati alla fuga e non hanno prestato soccorso dopo aver provocato un grave incidente. Molti temevano che l’inasprimento delle pene avrebbe spinto a fuggire tanta gente in più, e invece leggo sul Corriere una dichiarazione del prefetto Roberto Sgalla, direttore centrale delle specialità della P.S.: “Negli ultimi diciotto mesi i pirati della strada sono calati di oltre il 20%”. E lo conferma anche il portale dell’Asaps: il presidente Giordano Biserni scrive che nei primi sei mesi del 2017 la pirateria stradale si è ridotta dell’8,6 per cento. Probabilmente, rifletto, oltre ai rischi dall’arresto e della revoca della patente, pesa la consapevolezza che fuggendo si peggiora la situazione: farla franca sta diventando quasi impossibile, per via delle tante telecamere e delle indagini serrate.
Sulle vittime degli incidenti stradali il conto totale, invece, come sempre piuttosto confuso. Qualche fonte dice che il numero è in leggero calo, altri sostengono che gli incidenti sono diminuiti ma i morti sono in aumento dell’1,5 per cento. Ma anche se questo triste dato fosse stabile, purtroppo sarà certo impossibile raggiungere l’obiettivo fissato dall’Unione europea nel 2010, cioè dimezzare il numero delle vittime entro il 2020. Un sogno, per noi Italiani. Perché i controlli sono costanti e le patenti ritirate sono state 39.000 da gennaio a ottobre, ma non si usano dappertutto le cinture e si allarga invece a macchia d’olio l’uso dello smartphone alla guida. La “distrazione” è la prima causa degli incidenti, e se le multe specifiche nei primi dieci mesi dell’anno sono aumentate (dato ufficiale) del 9,7 per cento, tutti noi motociclisti pensiamo che l’incremento dei telefonisti al volante sia molto superiore.
Perché i controlli sono difficili e la battaglia è molto complicata, tanto che lo stesso Roberto Sgalla dice: “dobbiamo scoraggiare al massimo l’uso di cellulari e tablet quando si è alla guida, intensificando i controlli, anche ricorrendo ad auto civetta; ma ci serve la collaborazione delle aziende di telecomunicazione, che dovranno aiutarci a trovare soluzioni tecnologiche adeguate”.
Questo è il punto. Anche la Polizia stradale chiede che i produttori dei dispositivi mobili facciano un passo avanti. Roberto Sgalla è un tecnico, conosce bene tutte le problematiche legate allo smartphone, eppure non accenna neppure agli argomenti noti come la privacy e le legislazioni dei vari Paesi, eccetera eccetera. I produttori non possono chiamarsi fuori: anche noi chiediamo che sia creato un tavolo tecnico con tutte le parti in causa, intorno al quale trovare insieme le soluzioni.